Gli Ordini degli Architetti PPC italiani e il CNAPPC riuniti in Conferenza Nazionale degli Ordini a Taranto, città divenuta simbolo tra i luoghi nei quali sono esplosi in maniera eclatante le contraddizioni nel rapporto tra valori costituzionali quali il diritto al lavoro, il diritto alla salute e all’ambiente, propongono al Paese e al Governo una riflessione sul futuro delle nostre città, sulla loro funzione centrale nel sistema Italia e per l’ Europa.

Gli architetti italiani, attraverso l’individuazione dei 10 principi che sostanziano il presente “Manifesto”, ritengono necessario attivare metodi di lavoro, sia nella fase di elaborazioni legislative e normative, sia nella fase della progettazione urbanistica e architettonica, fino alla fase di trasformazione e rigenerazione concreta di parti di città che contribuiscano alla costruzione di un futuro per la città contemporanea post-industriale capace di coniugare sostenibilità e qualità urbana e sociale ai processi di crescita e di trasformazione.

Sono necessarie risposte e soprattutto proposte. Prendiamo atto delle incertezze della politica nelle scelte per la città di domani ed in generale per le politiche dell’urbanistica, registriamo il primato dell’economia che determina i futuri scenari di sviluppo e l’inadeguatezza del sistema pubblico delle scelte che risponde con rigidezza e scarsa propensione al confronto oltre che alla apertura verso gli scenari europei.

Questo Manifesto degli Architetti italiani dichiara principi e contenuti di un percorso verso la rigenerazione urbana intesa in tutti i suoi molteplici aspetti. Una dichiarazione di intenti, ma anche la richiesta di impegno verso i nostri interlocutori a confrontarsi su tutti i punti nei quali è articolato.

Una dichiarazione di responsabilità civica e di messa a punto di criteri e di valori che ci consentiranno di esprimere un giudizio coerente rispetto alle proposte normative, eventi o progetti che riguardano il “Governo del Territorio”. 

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