Le Commissioni riunite VI Finanze e X Attività produttive hanno concluso lo scorso mercoledì 3 febbraio 2016 la discussione congiunta delle risoluzioni n. 7-00391 Alberti, n. 7-00433 Causi e n. 7-00465 Capezzone, relative alla revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico. In particolare è stata approvata in un nuovo testo, che ha assunto il n. 8-00172, la risoluzione 7-00433 Causi, mentre sono state respinte le altre risoluzioni.
La finalità di tale risoluzione è strettamente connessa alla legge di stabilità 2016, che estende l'obbligo per i commercianti e i professionisti di accettare pagamenti anche mediante carte di credito, oltre che di debito, tranne nei casi di oggettiva impossibilità tecnica.
Le soluzioni previste per agevolare i professionisti appaiono estremamente limitate, dal momento in cui, per incentivare l'installazione di terminali POS vengono auspicate eventuali detrazioni fiscali, ed un tavolo di confronto tra il Governo, le banche e i rappresentanti degli operatori professionali, al fine di ridurre al minimo i costi di utilizzo delle carte di pagamento, anche prevedendo la possibilità per le banche di offrire contratti di comodato gratuito di terminali POS, nonché la possibilità per le medesime banche di facilitare le anticipazioni e i finanziamenti in relazione alle operazioni transate o prenotate con le carte di credito, nel rispetto del merito creditizio.
Appare evidente che le indicazioni in questione sono ritagliate sulle modalità di azione dei venditori al dettaglio, presso i cui esercizi - effettivamente - vi è una vendita con la presenza fisica dell’acquirente e del venditore, senza previo accordo sulle modalità di pagamento e con pagamenti che avvengono nella maggior parte dei casi a mezzo contanti o con le varie tipologie di carte elettroniche (carta di credito, di debito o prepagata).
Quel che emerge, anche dal testo di tale risoluzione, è che una estensione generalizzata a tutti professionisti dell'obbligo di dotarsi del POS non corrisponde ad esigenze concrete del mercato professionale, essendo assenti misure concrete a sostegno delle professioni intellettuali come, ad esempio prevedendo tale obbligo solo a quei professionisti con un fatturato annuo superiore ai duecentomila euro.

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