Passare attraverso i limiti spesso significa cercare nuove occasioni di conoscenza. Potrebbe essere questo un modo di presentare l’edizione 2015 di Architettura in Città (http://architetturaincitta.oato.it/), il festival organizzato dalla Fondazione e dall’Ordine degli Architetti PPC di Torino giunto alla quinta edizione in programma dal 30 giugno al 4 luglio. Il titolo di quest’anno è infatti “Sconfinamenti” e contiene uno stimolo a uscire dalle logiche di separazione, a confrontarsi con i concetti di inclusione ed esclusione, a riflettere su accessibilità e superamento di ostacoli: reali e virtuali.
La formula della manifestazione è la stessa che ha garantito il consistente successo degli anni scorsi: una sede ‘cuore’ del Festival – quest’anno si torna in centro, utilizzando il palazzo della Borsa Valori – e una serie di iniziative diffuse nella città per confermare la partecipazione di cittadini non immediatamente coinvolti nel mondo del progetto che è stata la cifra del Festival e lo ha fatto apprezzare. Perché se è vero che l’architettura è per tutti è nel tessuto sociale che si deve andare a misurarsi.
Confermata anche quest’anno la serie di appuntamenti che mettono a confronto un architetto e un esponente di un mondo diverso, con un programma stimolante. Alla Borsa dialogheranno – una coppia al giorno alle 18.30 – il paesaggista Andreas Kipar con la curatrice Simona Galateo; Alfonso Femia (5+1AA) e la scrittrice Michela Murgia; Fabrizio Barozzi e Giovanna Amadasi responsabile delle strategie culturali dello spazio Hangar Bicocca di Milano; Sandy Attia e Vea Vecchi di Reggio Children.
Anche altri mondi culturali e artistici saranno coinvolti negli sconfinamenti torinesi, dal cinema al teatro, dalla musica al circo. In un bell’esercizio di ‘meticciato’ culturale che non può che fare bene a tutti, architetti e non.



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