Novità al vertice di AIDI, l’Associazione Italiana di Illuminazione. Lo scorso giugno è stata infatti nominata presidente Margherita Suss, architetto e lighting designer. È interessante conoscere i suoi obiettivi all’inizio di questo nuovo impegno.

Da oltre mezzo secolo AIDI svolge un’azione di informazione tecnica, scientifica e culturale per la diffusione della conoscenza dei problemi legati all'illuminazione. Penso di poter dire con grande tranquillità che AIDI abbia contribuito a fare conoscere, diffondere e interpretare le tendenze del settore, con azioni di sensibilizzazione verso il mondo della scuola, le associazioni dei consumatori, le amministrazioni pubbliche, le professioni. Tutto questo attraverso un fattivo rapporto di collaborazione con altre associazioni nazionali e internazionali, con il mondo universitario e con enti o istituti di ricerca e con l'organizzazione di convegni, seminari e attività didattiche o di formazione. Penso che AIDI abbia contribuito attivamente allo sviluppo e all'affermarsi di un'idea di qualità e di eccellenza, partecipando con le proprie azioni all'affermarsi dell'illuminazione italiana nel mondo.
Molto è stato fatto, molto vogliamo continuare a fare: penso alla creazione di gruppi di lavoro per tematiche di interesse dei vari settori che compongono l’intera filiera associativa, a rafforzare lo sviluppo dell'attività editoriale quale supporto alle azioni di divulgazione scientifica e di informazione tecnica, partendo dai 25 titoli AIDI pubblicati dal 1971. E poi vanno citate due importanti attività: la rivista LUCE, di riconosciuto livello qualitativo, bimestrale e bilingue ora in versione cartacea, digitale e web; il Concorso Internazionale per ‘corti’ video “Riprenditi la città, riprendi la luce”, alla terza edizione, rivolto ai giovani. Tutto questo mi porta con entusiasmo a cercare di raggiungere ulteriori obiettivi anche oltre i confini nazionali, per un riconoscimento dell’associazione e delle sue attività, a livello internazionale.

Come si realizza e si promuove la cultura della luce?
Sul piano tecnico e culturale. Parendo da quest'ultimo posso dire, e non è una metafora, che nel tempo della notte, mediante la luce, lo spazio architettonico e le città si trasfigurano in un modo alternativo a quello successivo all'alba: è possibile comunicare un’estetica diversa, osservare l'artificio per disegnare un percorso di percezione sempre differente. In questo processo culturale i luoghi e gli spazi vivono anche della luce che li illuminerà, in un flusso ininterrotto di segni materiali e immateriali che incatenano il risultato di ciascuna proposta al giudizio della percezione di tutti. 
La luce può svolgere un ruolo di promozione e valorizzazione delle città e dei beni culturali. Ma sappiamo altrettanto quanto l'illuminazione pubblica, strumento primario per garantire la sicurezza dei cittadini, rappresenti per le amministrazioni comunali un'infrastruttura energivora, mentre oggi lo sviluppo tecnologico vive un'evoluzione senza precedenti legata alle sorgenti Led che permette di conciliare gli aspetti tecnici, culturali e ambientali.
Promuovere la ‘cultura della luce’ perciò significa considerare il suo potere strutturante di mezzo e modo, unito alla tecnica, per realizzare un progetto etico, semplice, dove l’architettura, attraverso la forza comunicativa della luce, disegna l’identità stessa dello spazio. E tutto questo con grande attenzione all'ambiente e al benessere dei cittadini.

Come si valorizza il ruolo politico e culturale di un’associazione?
In generale il sistema associativo ha sempre rappresentato un’ottima opportunità di relazioni e approfondimenti, di studio e aggiornamento, sul piano professionale, sociale e culturale. E ha la possibilità di continuare a essere un riferimento utile per avere proficui contatti e confronti a livello locale, nazionale e internazionale. Fornendo linee guida o d'indirizzo strategico nel tempo, un sistema associativo che funziona stimola anche l’approccio tecnico e normativo di settore. In AIDI vi è molta attenzione ai temi contemporanei: dall’ottimizzazione delle economie gestionali alle risorse ambientali, dalla ricerca agli aspetti organizzativi dell'intera filiera. Un’associazione acquisisce tanto peso quanto più è in grado di innalzare il livello di prestazionalità dei beni e dei servizi e di ottimizzare l’affidabilità complessiva del sistema cui afferisce. Il mondo associativo è in definitiva un valido supporto per far emergere qualità e innovazione.

Un traguardo da raggiungere?
Affermare concretamente il ruolo della professione del lighting designer, di chi si occupa del progetto della luce. All’estero è consuetudine che questa figura altamente specializzata partecipi ai tavoli tecnici di progettazione: stupisce che nel nostro paese – tra i maggiori produttori e con aziende note in tutto il mondo – tale figura professionale abbia difficoltà a imporsi come le altre professionalità che concorrono al progetto.
La rivista LUCE ci aiuterà senz’altro anche in questo ambito: un importante riferimento culturale e informativo per chi, come noi, è lettore attento del settore, ma anche per i non addetti ai lavori che possono avvicinarsi al mondo dell'illuminazione intesa come materia multidisciplinare e dinamica di grande contemporaneità, con forte valenza estetica, tecnica, culturale e sociale. L’auspicio, mio e del Consiglio di AIDI, è che l’impegno profuso per tenere elevato il livello qualitativo e culturale di LUCE possa essere premiato da una sempre più ampia diffusione della rivista in luoghi e contesti non frequentati esclusivamente da lighting designer e addetti ai lavori.

Mappa del sito