Il Sole 24Ore 
20 marzo 2016
Pierangelo Soldavini

 

Lo scorso fine settimana è sceso in campo anche Papa Francesco alla ricerca di un modello per la scuola del futuro. Tra Buenos Aires e Roma, passando per Miami, Città del Messico e Madrid, cinque gruppi di una trentina di persone l’uno, tra docenti, tecnologi, innovatori e studenti, si sono riuniti per costruire progetti di trasformazione della scuola in un’hackathon organizzata da Scholas Occurrentes, la fondazione creata da Bergoglio prima ancora di diventare Papa per promuovere l’educazione. Le idee migliori saranno incubate all’interno dell’acceleratore e proposte come modello alla rete di 400mila scuole di tutto il mondo raccolte attorno alla fondazione.

Anche in questo caso i modelli di innovazione didattica andavano di pari passo con la conseguente riorganizzazione degli spazi deputati all’apprendimento, perché la forma dei luoghi in cui si trasmette il sapere non può essere neutrale rispetto all’efficacia di questo processo. Le aule così come le conosciamo oggi sono sostanzialmente rimaste uguali per gli ultimi cinque secoli, con la cattedra al centro, dal momento che l’elemento distintivo era la capacità di memoria fisica. Oggi questo ruolo è svolto dai computer, per di più presenti nelle tasche di tutti gli studenti.

(...)

Sulla base di questa analisi approfondita e progressivamente affinata, lo studio “Clever classrooms” arriva a definire che le differenze nelle caratteristiche fisiche degli ambienti possono arrivare a valere il 16%, in positivo o in negativo, nel rendimento degli studenti nel corso dell’anno. Al di là della quantificazione, il vero valore dello studio è nell’analisi dei fattori abilitanti divisi in tre filoni di obiettivo: la naturalezza, in termini di luce, temperatura e qualità dell’aria, che vale la metà dell’effetto sull’apprendimento; la personalizzazione, fatta di flessibilità della classe e di possibilità di gestione, che rappresenta un altro quarto; la capacità di stimolo, tra colori e complessità degli elementi, che costituisce l’ultimo quarto dell’effetto.

(...)

 

Mappa del sito