L’occasione della conferenza mondiale COP21 ha rappresentato un palcoscenico di assoluto rilievo per i temi su cui gli architetti a livello internazionale da tempo si sforzano di attirare l’attenzione. Lo scorso 30 novembre, nell’ambito del grande appuntamento mondiale, si è tenuta alla Cité de l’Architecture et du Patrimoine di Parigi una Conferenza internazionale organizzata dall’Unione internazionale degli architetti (Uia), Consiglio per l’internazionalizzazione degli architetti francesi (Ciaf), Consiglio nazionale degli architetti francesi e Consiglio degli architetti d’Europa (ACE/CAE). In quella sede è stato presentato il Manifesto per un’architettura responsabile.
Il presidente del CAE Luciano Lazzari, ha svolto un intervento che ha preso le mosse dal fatto che se il problema del surriscaldamento globale è ormai finalmente riconosciuto come enorme pericolo per il futuro del pianeta, servono ora azioni importanti. Perché le conseguenze dell’innalzamento della temperatura può causare vere catastrofi.
La parola chiave oggi non è più “Architettura Sostenibile”, ma “Architettura Responsabile”. Responsabilità dal punto di vista etico, economico, emotivo, politico, umano, rendersi conto che l’operato degli architetti influisce su ogni singolo essere umano di questo pianeta.
Quella di architetto è l’unica professione con una visione olistica dell’intero processo edilizio, che può svolgere un ruolo di coordinamento.
“Vorrei un futuro – ha concluso Lazzari – in cui gli architetti fossero riconosciuti universalmente come una parte importante della soluzione; un futuro in cui un architetto goda della stessa credibilità di un medico sulla scena di un incidente e che possa affermare con fiducia: ‘Sono un architetto, posso aiutare’”.


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