arezzonotizie.it
11 dicembre 2015
Enrica Cherici

 

La legge regionale 65 sul Governo del territorio, le sue criticità e le modifiche richieste al centro del convegno organizzato dalla Federazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Toscana. Secondo l’ordine professionale la legge toscana è carente sul tema della rigenerazione urbana sostenibile e questo sta danneggiando progetti come quello dell’Urban Pro varato ad Arezzo ma ancora fermo che avrebbe dovuto riguardare come sulla stazione ferroviaria e lo scalo merci della stessa città e quella di un’area industriale dismessa di San Giovanni Valdarno.

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Per Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori “serve procedere al più presto all’approvazione di una legge nazionale sul governo del territorio che sia veramente innovativa e che punti alla rigenerazione urbana sostenibile. E’ tempo di porre le basi di una sana politica ambientale che finalmente ne valorizzi le potenzialità, anche dal punto di vista dello sviluppo, e che salvaguardi veramente i paesaggi italiani. Il RI.U.SO non è solo il primo obiettivo degli architetti italiani, ma è, soprattutto, un grande progetto d’investimento di idee sulle città: è, soprattutto, un grande investimento sociale. Non si limita, infatti alla riqualificazione fisica dei luoghi, ma punta a mettere in atto meccanismi che favoriscano nuove forme di relazione e di socialità e che innescano meccanismi virtuosi dal punto di vista dello sviluppo economico in grado di mitigare anche il fenomeno della disoccupazione”.

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Arezzo, Gigli: “Legge regionale Toscana carente in tema di Ri.U.S0.”

AGENPARL
11 dicembre 2015

“La recente normativa della Regione Toscana sul governo del territorio (LR 65/2014) presenta – come è stato già ampiamente evidenziato dalla Federazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Toscana, e non solo, – forti criticità e risulta carente in tema di Ri.U.So., Rigenerazione urbana sostenibile. Gli incentivi previsti dalla legge non sembrano affatto in grado di attivare concrete politiche all’insegna della rigenerazione urbana sostenibile delle quali il nostro Paese e la nostra Regione hanno grande bisogno”.Così Paola Gigli, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Arezzo nel corso della Giornata di studio “10 obbiettivi per il Governo del territorio – verso un nuovo rapporto tra progetto e territorio”.

Organizzata dalla Federazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Toscana, la Giornata rappresenta il primo di una serie di  appuntamenti che avranno luogo in varie regioni italiane per declinare – a livello territoriale – “il Manifesto per il governo del territorio”. Iniziativa questa che la Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti ha lanciato lo scorso luglio da Taranto – scelta come emblema della crisi della città contemporanea – quale paradigma della rigenerazione urbana e, di conseguenza, della tutela del paesaggio, della sostenibilità ambientale, della tutela dal rischio idrogeologico  e sismico. Il Manifesto rappresenta il contributo degli architetti italiani alla costruzione del futuro delle città contemporanee post-

industriali, ossia i principi fondamentali in base ai quali è possibile coniugare sostenibilità e qualità urbana e sociale con i processi di crescita e di trasformazione.

“A causa di queste carenze  – prosegue – progetti virtuosi come UrbanPro, che ha il fine di sostenere e di sviluppare le politiche di rilancio delle città e dei sistemi economici territoriali e che  proprio ad Arezzo nel 2013 ha tenuto a battesimo la firma del Protocollo tra i quattro soggetti promotori (Ordine degli Architetti PPC, CCIAA, Confcommercio e ANCE), non ha ancora trovato le condizioni per decollare operativamente, malgrado l’impegno per intervenire su due importanti aree: quella strategica della stazione ferroviaria e dello scalo merci della stessa Arezzo e quella di un’area industriale dismessa di San Giovanni Valdarno. Per incidere concretamente in alcuni contesti territoriali e sociali, ad Arezzo, così come in altre realtà regionali, occorre incentivare concorsi di architettura, accordi  di partenariato pubblico-privato, utilizzo di risorse anche derivanti dai Fondi europei 2014-2020, importanti esperienze di partecipazione  reale, con l’obbiettivo primario di riqualificare e ricucire al tessuto urbano parti importanti di città e ridare centralità allo spazio  pubblico”.

Per Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori “serve procedere al più presto all’approvazione di una legge nazionale sul governo del territorio che sia veramente innovativa e che punti alla rigenerazione urbana sostenibile. E’ tempo di porre le basi di una sana politica ambientale che finalmente ne valorizzi le potenzialità, anche  dal punto di vista dello sviluppo, e che salvaguardi veramente i paesaggi italiani. Il RI.U.SO non è solo il primo obiettivo degli architetti italiani, ma è, soprattutto, un grande progetto d’investimento di idee sulle città: è, soprattutto, un grande investimento sociale. Non si limita, infatti alla riqualificazione fisica dei luoghi, ma punta a mettere in atto meccanismi che favoriscano nuove forme di relazione e di socialità e che innescano meccanismi virtuosi dal punto di vista dello sviluppo economico in grado di mitigare anche il fenomeno della disoccupazione”.

La Giornata di studio “10 obbiettivi per il Governo del territorio – verso un nuovo rapporto tra progetto e territorio” si è avvalsa dei patrocini del  Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e  Conservatori, dell’INU, Istituto Nazionale Urbanistica, della Regione Toscana, della Camera di Commercio di Arezzo, della Provincia e del  Comune di Arezzo.

 

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