Elaborare uno strumento per la valutazione economico-finanziaria degli investimenti pubblico-privati negli interventi di riqualificazione urbana. È questo l’obiettivo del Protocollo di intesa firmato lo scorso 7 novembre da Regione Puglia, Federazione degli Ordini degli Architetti di Puglia, Consulta regionale degli Ordini degli Ingegneri, Politecnico di Bari, Anci, Ance e Commissione regionale Abi.
Un passaggio importate perché chiama tutti gli attori delle trasformazioni a dare un contributo per imprimere slancio all’unico processo che può davvero rimettere in moto energie e risorse economiche importanti: la rigenerazione delle città.
E così viene valutato da uno dei protagonisti di questa iniziativa: Massimo Crusi, presidente della Federazione degli Ordini degli Architetti di Puglia: “Il Protocollo va nella direzione da noi auspicata da tempo. Ovvero considerare la riqualificazione e la rigenerazione azioni centrali nelle strategie e nelle politiche amministrative di trasformazione delle città in una duplice prospettiva: risparmio di suolo, relazione più cogente e incisiva pubblico-privato. Se finora infatti riqualificazione e rigenerazione urbana sono state soprattutto sinonimo di progetti all’interno di una innovativa strategia a regia regionale, da ora in poi si tratta di immaginare percorsi autonomi e virtuosi di ordinaria amministrazione che guardino alla riqualificazione come alternativa sostenibile all’espansione urbana e al consumo di suolo, disegnando programmi di rilievo con la partecipazione di investimenti privati.
In definitiva puntiamo a fare della riqualificazione sempre più e sempre meglio un elemento ineludibile nelle strategie di trasformazione urbana e di valorizzazione territoriale, immaginando che possa agire anche come straordinaria leva economica per lo sviluppo territoriale. E non solo dal punto di vista edilizio, dal momento che in questo modo si possono immaginare città attraenti e attrattive, con una qualità e vivibilità infinitamente migliori”.
La prospettiva che viene tracciata è molto impegnativa ma certamente stimolante, proprio perché mette a sistema un’azione di tanti soggetti che decidono di concentrare i propri sforzi in una direzione condivisa. E gli architetti dovranno fare la loro parte.
“Come Federazione mettiamo a disposizione i materiali di studio già prodotti sul tema – afferma Crusi – ma soprattutto una linea di lettura dello stato dell’arte e delle azioni necessarie elaborata in questi anni. Se è vero che le città sono lo spazio privilegiato della qualità territoriale, della produzione di relazioni sociali, dello sviluppo economico, è altrettanto vero che la trasformazione non può avvenire solo per input istituzionale, in questo caso la Regione, ma deve essere un processo costante capace di coinvolgere tutti i gangli vitali, tutti i segmenti sociali. Solo così, peraltro, anche la manutenzione potrà divenire un’azione costante, monitorata e monitorabile nel tempo e, in prospettiva, un elemento di gestione virtuosa delle risorse sia pubbliche sia private”.

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