edilportale.com 
26 maggio 2015
Rossella Calabrese

 

Il Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha denunciato all’Antitrust Cocontest, la piattaforma online che mette in contatto designers di interni e clienti in tutto il mondo.

Come funziona Cocontest

Cocontest lancia concorsi tra privati, promettendo a chi voglia rinnovare la propria casa di ottenere progetti a prezzi più bassi e in tempi più brevi, e a molti designer disoccupati di trovare nuovi clienti. Si tratta in pratica del principio delcrowdsourcing applicato all’interior design.

 

La reazione degli Architetti italiani

Ma il Cnappc non condivide questo sistema, anzi, sostiene che la Società “offre prestazioni professionali diffondendo, a tutto danno dei consumatori, informazioni ingannevoli che, nel contempo, screditano la categoria degli architetti”.

“Cocontest - afferma il Cnappc - vìola le leggi italiane e le direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e clienti” e fornisce “solo idee di progetti, senza verificare se esse siano soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati”.

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Gli architetti denunciano Cocontest all'Antitrust: solo un'illusione i progetti low cost

La startup italiana permette ai privati di ottenere progetti di interior design lanciando mini-concorsi on line a cui partecipa una community di 20mila progettisti

Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
25 maggio 2015
Mauro Salerno

 

Architetti contro il sito Cocontest, che offre un servizio di «crowdsourcing» per chi deve arredare, ristrutturare o progettare una casa o un ufficio mettendo in collegamento clienti e progettisti, attraverso una sorta di mini-concorso («contest»). Per il Consiglio nazionale degli architetti (clicca qui per scaricare la segnalazione inviata all'Authority), la startup italiana forte di una community di circa 20 mila designer e progettisti da ogni parte del mondo, violerebbe le regole, perché nel fornire «prestazioni professionali» si limiterebbe a mettere in contatto clienti e designers, «senza verificare» se i progetti proposti corrispondano «soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati».

Il punto di forza reclamizzato dalla società è quello di permettere - a chi è alle prese con un progetto di interior design - di ottenere diversi progetti a un prezzo ridotto rispetto ai costi che si spunterebbero rivolgendosi a un professionisti attraverso i normali canali di mercato.

«Nel sito - dicono gli architetti - non viene mai specificato e spiegato al consumatore che, laddove si progettino interventi edilizi, in Italia, come in Europa, bisogna produrre progetti e documenti complessi, a garanzia della sicurezza e salute dei cittadini e nel rispetto dell'ambiente: per questo motivo la legge in Italia e in Europa obbliga l'utilizzo di professionisti competenti e abilitati ai sensi di specifiche normative nazionali». 

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Progettazione low cost, dal CNAPPC denuncia all'Antitrust

Nel mirino la pratica commerciale della società Cocontest che, attraverso il proprio sito internet, offre prestazioni professionali diffondendo informazioni ingannevoli che screditano la categoria degli architetti

casaeclima.com
25 maggio 2015

 

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Per gli architetti italiani Cocontest - che offre un servizio di crowdsourcing per chi deve arredare, ristrutturare progettare una casa o un ufficio mettendo in collegamento, attraverso una sorta di concorso tra soggetti privati, clienti e architetti - viola le leggi italiane e le direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e clienti. 

Nella segnalazione all’Antitrust viene sottolineato come, in realtà, Cocontest fornisca solo idee di progetti, senza verificare se esse siano soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati.

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Gli Architetti denunciano Cocontest: sfruttamento della professione e inganno al consumatore

lavoripubblici.it 
25 maggio 2015
Gianluca Oreto

 

A distanza di poche settimane dal mio articolo La Professione dell'Architetto al tempo della crisi: pubblicità ingannevole e deontologia violata? il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha annunciato di essersi rivolto all'Antitrust per la pratica commerciale della società Cocontest.

Nell'articolo in questione avevo denunciato, con il valido supporto del Comitato delle Professioni Tecniche, un nuovo servizio "professionale" offerto da una società che proponeva di cambiare il modo di concepire la progettazione architettonica.

Secondo il CNAPPC (a cui va il plauso di avere ascoltato la nostra denuncia) "Cocontest viola le leggi italiane e le direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e clienti". Per questo motivo è stata avviata una segnalazione all'Autorità Garante della concorrenza e avviata una interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo economico, della quale è prima firmataria l'onorevole Serena Pellegrino, sottolineando il fatto che "Cocontest fornisca solo idee di progetti, senza verificare se esse siano soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati".

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Professioni: architetti denunciano startup Cocontest a Antitrust 

Applica sul web il crowdsourcing a mercato interior design. Startup scelta tra 5mila da incubator 500Startups a Mountain View

AdnKronos
25 maggio 2015

 

Gli architetti si rivolgono all'Antitrust  contro la startup che fa incontrare sul web chi cerca un progetto per  ristrutturare la propria casa con designer e architetti da tutto il mondo: la società, che si chiama CoContest, in pratica applica il  meccanismo del crowdsourcing al mercato dell'interior design.

Nella denuncia del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori all'Antitrust si mette in rilievo che "Cocontest - che offre un servizio di crowdsourcing per chi deve arredare, ristrutturare progettare una casa o un ufficio  mettendo in collegamento, attraverso una sorta di concorso tra soggetti privati, clienti e architetti - viola le leggi italiane e le  direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e  clienti". Nella segnalazione all'Antitrust viene sottolineato come, in realtà, Cocontest fornisca "solo idee di progetti, senza verificare se esse siano soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati", si legge nella nota degli  architetti.

Secondo il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori il sito internet della startup offre "informazioni ingannevoli che, nel contempo, screditano la categoria degli architetti". 

La startup CoContest è stata l'unica italiana scelta  dall'incubator statunitese 500 Startups, uno degli acceleratori  d'impresa più prestigiosi del mondo, con sede a Mountain View in Silicon Valley: CoContest è stata selezionata tra le 30 startup scelte tra 5mila richieste che sono arrivate da tutto il mondo. Quasi in concomitanza con la notizia che alla startup era stata affidata da 500 Startups la ristrutturazione dei propri uffici a Mountain View, alla metà di maggio era stata depositata una interrogazione parlamentare, prima firmataria Serena Pellegrino di Sel che metteva in dubbio i  meccanismi con cui la piattaforma mette in comunicazione cliente e professionista richiamandosi alle regole europee.

In quell'occasione da CoContest era stata fatta notare che non solo l'iscrizione al portale e la partecipazione alle gare ospitate su  CoContest sono libere e gratuite per gli architetti, i geometri o chi volesse partecipare, ma per i clienti del sito è un'opportunità di "ricevere molte proposte progettuali, avendo in mano uno strumento interessante per ottenere tante soluzioni di design e farsi un'idea di come rinnovare la propria casa".

"La maggior parte dei concorsi su CoContest riguardano esclusivamente  l'arredamento - proseguivano i fondatori della startup- ma ciò non toglie che nel caso in cui l'oggetto del concorso sia una ristrutturazione con implicazioni strutturali, i clienti siano  comunque obbligati, per legge, a ricorrere ad un professionista per la direzione dei lavori e l'ottenimento dei relativi permessi". CoContest, 'crowdsourcing' crea occasioni lavoro per giovani designer.    

CoContest aveva chiarito di non volersi certo sostituire ad architetti o ingegneri. "Tant'è che alla fine del contest il sito fornisce al cliente tutti i contatti del professionista vincitore, auspicando che  cliente e designer si incontrino e portino avanti una proficua  relazione per la realizzazione del progetto", spiegano dalla startup. Che respingeva al mittente accuse di voler sfruttare professionisti senza lavoro: la disoccupazione nel settore dell'interior design e  dell'architettura d'interni che "tra i neolaureati sfiora il 30%:  spesso molti giovani lavorano gratuitamente o quasi (si parla di rimborsi spese da poche centinaia di euro a mese) per studi di architettura affermati", affermano i fondatori della startup. Di fatto il modello del crowdsourcing, già esploso in mercati  limitrofi come quello della Grafica dove esistono società come 99Design e Crowdspring che applicano lo stesso modello di CoContest, permette "ai giovani designer di guadagnare, crearsi un proprio  portfolio clienti (magari fatto anche di clienti stranieri) e  confrontarsi con i colleghi allargando così i propri orizzonti  professionali".

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