Il Sole 24Ore 
4 aprile 2015
Rosanna Acierno

 

Sovrafatturazione dei professionisti nel mirino del fisco. I controlli puntano sempre più spesso il faro sui compensi fatturati perché ritenuti troppo elevati. Le contestazioni sono concatenate a quelle nei confronti delle imprese che, secondo l’amministrazione finanziaria, hanno dedotto costi per servizi professionali eccessivi rispetto ai ricavi dichiarati. 

Le verifiche 

Nei controlli incrociati o nelle verifiche a società che hanno avuto rapporti con professionisti, l’ufficio può contestare l’esosità della prestazione professionale fatturata, in alcuni casi ritenuta sovrafatturata o «gonfiata» e quindi suscettibile di integrare la dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture in parte inesistenti in capo al soggetto che ha dedotto il costo (generalmente la società) e l’emissione di fattura parzialmente falsa in capo al contribuente che ha emesso il documento (generalmente, il professionista). Alcuni esempi sono rappresentati dalle prestazioni professionali rese nell’ambito di progettazioni di immobili, di consulenze legali e/o fiscali, di assistenza informatica, di ricerche di mercato, a fronte delle quali il professionista emette regolare fattura. 

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La lettera d’incarico diventa decisiva

Una lettera d’incarico ben dettagliata con le prestazioni da svolgere può rappresentare una valida prevenzione nei confronti di eventuali future contestazioni di sovrafatturazione da parte del fisco. 

Per prevenire simili rilievi, sia per il professionista che si appresta a svolgere la prestazione sia per la società che ha deciso di avvalersene, potrebbe essere opportuno «lasciare traccia» di elementi che giustifichino determinati compensi, attraverso la stesura di proposte di incarico che descrivano in maniera accurata e dettagliata i servizi che sono stati richiesti e che saranno resi. 

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