”Finalmente un epocale cambio di paradigma ed un nuovo approccio al governo del territorio che lega in modo logico e indissolubile la progressiva riduzione dell'utilizzo del suolo non edificato e la rigenerazione e il riuso delle città, e che è in linea con quanto auspicano da tempo gli architetti italiani. Tutto ciò non rappresenta solo una sana politica ambientale, ma anche l'unica possibilità, per Regioni e Comuni, di continuare a sostenere i costi dei servizi infrastrutturali, senza aumentare ulteriormente le tasse ai cittadini”.

E’ questo il commento del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulla nuova formulazione del testo base del ddl sul Consumo di suolo proposta dagli onorevoli Chiara Braga e Massimo Fiorio ed ora all’esame delle Commissione congiunta Ambiente e Agricoltura della Camera.

“Apprezziamo – continua -  che il testo, come auspicato,  preveda non solo un sistema di incentivi, ma anche l'abrogazione dello scandaloso comma 8 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, che destinava i proventi dei titoli abilitativi edilizi alla spesa corrente delle Amministrazioni locali, con i risultati di degenerazione delle aree urbane che sono noti a tutti”.

“E’ fondamentale per rigenerare l'Italia aver riportato gli oneri alla realizzazione delle opere di urbanizzazione al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell’ambiente e del paesaggio, anche ai fini della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico e sismico”.

“La proposta Braga-Fiorio, alla quale proporremo ulteriori miglioramenti - sottolinea Leopoldo Freyrie, presidente degli architetti italiani -  pone le premesse di una prossima Legge di Governo del Territorio innovativa che ci auguriamo sappia liberare le energie latenti nella rigenerazione urbana, salvaguardando i paesaggi italiani: sarebbe finalmente il superamento dell'urbanistica "di parte", per rispondere non ideologicamente ai temi della tutela ambientale, investendo nel rinnovo urbano e delle periferie”.

“Ora -  conclude -  ci aspettiamo un iter di approvazione rapido, indipendente dalle litigiosità della politica nazionale, cosìcchè la legge giunga in porto prima dell'approvazione di quella sul Governo del Territorio, di cui  è la premessa logica. L’auspicio è che le  Regioni evitino una sterile competizione con lo Stato e che, invece, contribuiscano a migliorare il testo, emanando solo in seguito i provvedimenti di loro competenza: solo uscendo dalla logica della concorrenza per passare, invece, a quella della cooperazione possiamo avere gli strumenti per ridisegnare le città italiane e mettere in sicurezza uno dei territori più preziosi e belli del mondo”.

 

Roma, 21 gennaio 2015

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