I principi guida per una smart city "inclusiva e sostenibile": li ha proposti il Board per l'Innovazione tecnologica e la trasformazione digitale del Comune di Milano nel "Manifesto per Milano digitale", presentato in occasione della “Milano Digital week”, la settimana di eventi dedicati a innovazione tecnologica, realtà virtuale e intelligenza artificiale.

Un'innovazione, secondo il Manifesto, che è "condizione necessaria per crescere, evolvere e competere, anche per le città e le comunità", fondata "sulla collaborazione e sulla creazione di partnership tra pubblico e privato", inclusiva e non divisiva ovvero "alla portata di tutte e di tutti", aperta a "processi partecipativi di co-creazione trasparenti ed etici" e con "una chiara definizione delle regole di buona condotta che devono essere comunemente accettate e condivise, anche attraverso la collaborazione con le grandi piattaforme di aggregazione dei big player del digitale, affinché la società digitale possa progredire nel rispetto del prossimo e per il bene comune".

Da qui la richiesta di "un Patto o di un Codice se non di una Costituzione", si legge nel Manifesto, per "definire la direzione che si può imprimere agli sviluppi delle tecnologie", perché "la libertà di fare innovazione tecnologica deve conciliarsi col produrre un impatto positivo sulle dinamiche sociali, influenzandole, orientandole, determinandole e con la sostenibilità della stessa, generando anche un impatto positivo sull'ambiente

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