Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
18 gennaio 2017
Giuseppe Latour

 

Bocciatura secca. Anche nella versione pesantemente emendata dalla Camera, il disegno di legge sul consumo di suolo non piace alla Rete delle professioni tecniche. È questo il senso dell'audizione nella quale ieri pomeriggio i rappresentanti della Rpt hanno incontrato le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato. Il tema della riduzione del consumo di nuovo suolo andrebbe affrontato in maniera organica, tramite una riforma urbanistica. Il Ddl di Palazzo Madama, invece, regola solo singole parti della materia e, soprattutto, rischia di bloccare il mercato edilizio per tre anni. Anche se la Rete non lo dice mai esplicitamente, a questo punto sarebbe meglio mandarlo al macero. 

La prima perplessità nei confronti del disegno di legge - spiegano dalla Rtp - è «il suo carattere settoriale che non è coerente con l'approccio olistico ai temi del territorio, che riteniamo indispensabile nelle azioni di rigenerazione». Sarebbe stato meglio lavorare a una revisione organica del quadro normativo, con una nuova legge urbanistica. 

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ItaliaOggi
20 gennaio 2017

Rete delle professioni tecniche in campo per il consumo del suolo. «Serve un approccio inverso rispetto a quello proposto nel ddl sul consumo del suolo, promuovendo la rigenerazione urbana come strumento per contrastare lo spreco del territorio, perché il contenimento del consumo del suolo deve essere, come accade nei più avanzati paesi europei, la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione (...)

 

Ddl Consumo di suolo, testo da rifare: deve promuovere la rigenerazione urbana

ediltecnico.it
20 gennaio 2017

La Rete delle Professioni Tecniche hanno dichiarato che per il Ddl Consumo di Suolo “serve rivoluzionare l’approccio, non tanto una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, quanto la promozione della rigenerazione urbana come principale azione per contrastare proprio lo spreco di suolo”. Il Ddl è attualmente in Commissione al senato

(...) “Serve un approccio inverso rispetto a quello proposto nel Disegno di legge in discussione“: non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo.

Nel testo in discussione non emerge in modo chiaro la definizione di suolo e della sua primaria funzione di mezzo per la produzione di alimenti così come quella di “contenitore” di biodiversità.

Il testo, attraverso l’introduzione di appositi parametri, deve salvaguardare il ruolo fondamentale del suolo per il benessere di tutti i cittadini italiani ed è importante preservare la biodiversità a partire da quella del suolo, quale elemento fondamentale per la conservazione del Pianeta a cui tutti i Paesi devono concorrere nel rispetto della Convenzione sullo sviluppo sostenibile di RIO 1992 e RIO+20, nonché degli obiettivi di Agenda 2030. (...)

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DDL consumo di suolo, i professionisti tecnici chiedono una vera riforma organica

casaeclima.com 
19 gennaio 2017

(...) “Serve un approccio inverso – ha sottolineato la Rete delle Professioni Tecniche nel corso dell’audizione - rispetto a quello proposto nel Disegno di legge in discussione: non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo. In questa logica il concetto di “consumo di suolo” va sostituito con quello di “spreco del suolo” che non va contenuto, ma eliminato completamente. Il vero problema è, dunque, a monte, ossia il contenimento del consumo di suolo deve essere - come accade nei più avanzati Paesi europei - la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione e non imposto per legge senza un adeguato progetto anche economico di rigenerazione”. (...)

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Ddl Suolo: Rete delle Professioni Tecniche, “serve rivoluzionare l’approccio”

ingenio-web.it
19 gennaio 2017

“non tanto una legge sul risparmio del suolo con  riferimenti alla rigenerazione urbana, quanto la promozione della rigenerazione urbana come principale azione per contrastare proprio lo spreco di suolo”.

Si è tenuta martedì 17 gennaio, presso gli Uffici di Presidenza riuniti delle Commissioni 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica, l’audizione della Rete delle Professioni tecniche nell’ambito dell’esame del disegno di legge sul consumo del suolo. (...)

I Tecnici sottolineano poi come l’urgenza di una riforma organica sia “motivata dalle profonde modifiche intervenute nella geografia territoriale, nell’economia, nella società e dalle istanze ecologiche rese drammaticamente attuali dal manifestarsi degli effetti dei cambiamenti climatici in atto. La limitazione del consumo di suolo è infatti, unitamente alla messa in sicurezza del territorio, una priorità assoluta: la ripresa dell’intero paese non può procedere senza proteggere il territorio dalle minacce del dissesto idrogeologico”. (...)

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Consumo di suolo, tecnici molto critici sul disegno di legge

edilportale.com 
19 gennaio 2017
Rossella Calabrese

“Non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo”. In altre parole “un approccio inverso rispetto a quello proposto dal disegno di legge sul consumo di suolo in discussione in Parlamento”.

È la posizione che la Rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha espresso nel corso dell’audizione di martedì scorso presso le Commissioni Agricoltura e Territorio del Senato, impegnate nell’esame del disegno di legge sul consumo di suolo, già approvato dalla Camera.

Secondo la RPT “il vero problema è a monte: il contenimento del consumo di suolo deve essere - come accade nei più avanzati Paesi europei - la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione e non imposto per legge senza un adeguato progetto anche economico di rigenerazione”.

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La delegazione della RPT era così composta: Giuseppe Cappochin (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), Lorenzo Benanti (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati), Giampiero Giovannetti (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Periti Industriali e Periti Industriali Laureati), Rosanna Zari (Vice Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali), Cesare Galbiati (Consigliere Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati) e Massimiliano Pittau (Direttore Fondazione Consiglio Nazionale Ingegneri).

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Consumo del suolo, Rete delle Professioni Tecniche (RPT): "Serve rivoluzionare l’approccio"

lavoripubblici.it
19 gennaio 2017

(...) Si è tenuta martedì 17 gennaio, presso gli Uffici di Presidenza riuniti delle Commissioni 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica, l’audizione della Rete delle Professioni tecniche nell’ambito dell’esame del disegno di legge sul consumo del suolo. La delegazione della RPT era così composta: Giuseppe Cappochin (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), (...)

Si è tenuta martedì 17 gennaio, presso gli Uffici di Presidenza riuniti delle Commissioni 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato della Repubblica, l’audizione della Rete delle Professioni tecniche nell’ambito dell’esame del disegno di legge sul consumo del suolo. La delegazione della RPT era così composta: Giuseppe Cappochin (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), Lorenzo Benanti (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati), Giampiero Giovannetti (Consigliere RPT e Presidente Consiglio Nazionale Periti Industriali e Periti Industriali Laureati), Rosanna Zari (Vice Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali), Cesare Galbiati(Consigliere Consiglio  Nazionale Geometri e Geometri Laureati) e Massimiliano Pittau (Direttore Fondazione Consiglio Nazionale Ingegneri).

“Serve un approccio inverso rispetto a quello proposto nel Disegno di legge in discussione: non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo. In questa logica il concetto di “consumo di suolo” va sostituito con quello di “spreco del suolo” che non va contenuto, ma eliminato completamente. Il vero problema è, dunque, a monte, ossia il contenimento del consumo di suolo deve essere - come accade nei più avanzati Paesi europei - la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione e non imposto per legge senza un adeguato progetto anche economico di rigenerazione”.

Così la Rete delle Professioni Tecniche nel corso dell’audizione. (...)

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Ddl Suolo, Rete delle Professioni Tecniche: serve rivoluzionare l’approccio

AGENPARL
18 gennaio 2017

“Serve un approccio inverso rispetto a quello proposto nel Disegno di legge in discussione: non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo. In questa logica il concetto di “consumo di suolo” va sostituito con quello di “spreco del suolo” che non va contenuto, ma eliminato completamente. Il vero problema è, dunque, a monte, ossia il contenimento del consumo di suolo deve essere – come accade nei più avanzati Paesi europei – la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione e non imposto per legge senza un adeguato progetto anche economico di rigenerazione”.

Così la Rete delle Professioni Tecniche nel corso dell’audizione.

“La prima perplessità nei confronti del provvedimento – prosegue poi la Rete – è, perciò, proprio il suo carattere settoriale che non è coerente con una visione che ponga l’uomo al centro di ogni azione, modalità questa fondamentale nei temi che riguardano il territorio. Nelle azioni di rigenerazione è necessario mettere in relazione i diversi aspetti del progetto urbano attraverso un quadro legislativo di riforma urbanistica nel quale ogni tassello deve trovare la giusta posizione e le diverse azioni essere convogliate in una politica comune. Il tema della rigenerazione urbana non può essere limitato ad un solo articolo di legge – come prevede il Ddl – in quanto essa rappresenta, invece, un vero e proprio modello di intervento sul territorio”.

“Serve, dunque, innovare radicalmente quel sistema di governo del territorio che oggi tutti riconosciamo come superato. Le migliori esperienze italiane ed europee dimostrano come la reale risposta alla riduzione del consumo di suolo debba essere, perciò, ricercata non tanto nella definizione di parametri quantitativi o nella costruzione di vincoli, quanto nella promozione e nel sostegno delle azioni di recupero del patrimonio edilizio esistente anche ai fini della sicurezza sismica, nella riqualificazione delle parti degradate della città consolidata, nelle iniziative di rigenerazione urbana in un’ottica di sostenibilità geologica ed ambientale. Un tessuto urbano efficiente e capace di essere attrattivo è, infatti, la migliore risposta possibile al consumo di suolo”.

I Tecnici sottolineano poi come l’urgenza di una riforma organica sia “motivata dalle profonde modifiche intervenute nella geografia territoriale, nell’economia, nella società e dalle istanze ecologiche rese drammaticamente attuali dal manifestarsi degli effetti dei cambiamenti climatici in atto. La limitazione del consumo di suolo è infatti, unitamente alla messa in sicurezza del territorio, una priorità assoluta: la ripresa dell’intero paese non può procedere senza proteggere il territorio dalle minacce del dissesto idrogeologico”.

Nel testo in discussione, non emerge in modo chiaro la definizione di suolo e della sua primaria funzione di mezzo per la produzione di alimenti così  come quella di “contenitore” di biodiversità, occorre quindi che il testo, attraverso l’introduzione di appositi parametri, che la RPT proporrà, vada nella direzione di salvaguardarne il ruolo fondamentale per il benessere di tutti i cittadini italiani ed è importante  preservare la biodiversità  a partire da quella del suolo, quale elemento fondamentale per la conservazione del Pianeta a cui tutti i  Paesi devono concorrere nel rispetto della Convezione sullo sviluppo sostenibile di RIO 1992 e RIO+20, nonché degli obiettivi di Agenda 2030.

Una riforma che “persegua l’obiettivo strategico della resilienza urbana, di uno sviluppo territoriale sostenibile, della chiusura dei cicli ecologici, della qualità dell’architettura, della salvaguardia del paesaggio e della inclusione sociale, definendo alcuni principi fondamentali anche con precise linee di indirizzo per la legislazione regionale”.

“Non bisogna mai dimenticare –  conclude la Rete delle Professioni Tecniche – che il territorio è un sistema complesso al quale le leggi settoriali possono rispondere solo in modo limitato; e non sempre una nuova legge è una risposta sufficiente. E’ allora indispensabile una visione strategica a lungo termine dalla quale discenda un progetto, uno strumento che metta a frutto gli obiettivi e le finalità, che ragioni sui vincoli in modo selettivo e legato alla valutazione degli esiti, che promuova le buone pratiche e che sappia costruire una regia delle trasformazioni a garanzia di una rigenerazione complessiva e non episodica”.

 

Territorio: Rete professioni tecniche, rivoluzionare approccio ddl suolo 

AdnKronos
18 gennaio 2017

Serve un "approccio inverso" rispetto a quello "proposto nel Disegno di legge sul suolo in discussione", perchè occorre "non una legge sul risparmio del suolo con riferimenti alla rigenerazione urbana, ma una legge che promuova la rigenerazione urbana come principale strumento per contrastare lo spreco di suolo". Così la Rete delle Professioni Tecniche nel corso di un'audizione. In questa logica, sottolinea la Rete Professioni Tecniche, "il concetto di 'consumo di suolo' va sostituito con quello di 'spreco del suolo' che non va contenuto, ma eliminato completamente".         

Il vero problema per l'associazione che mette assieme architetti con ingegneri, geologi, periti industriali, geometri, periti agrari, chimici, tecnologi alimentari, dottori agronomi e forestali, è, dunque, "a monte, ossia il contenimento del consumo di suolo deve essere, come accade nei più avanzati Paesi europei, la logica conseguenza delle politiche di rigenerazione e non imposto per legge senza un adeguato progetto anche economico di rigenerazione". "Serve, dunque, -continua l'associazione- innovare radicalmente quel sistema di governo del territorio che oggi tutti riconosciamo come superato".         

Per i professionisti tecnici, inoltre, le migliori esperienze italiane ed europee dimostrano come "la reale risposta alla riduzione del consumo di suolo debba essere, perciò, ricercata non tanto nella definizione di parametri quantitativi o nella costruzione di vincoli, quanto nella promozione e nel sostegno delle azioni di recupero del patrimonio edilizio esistente, anche ai fini della sicurezza sismica, nella riqualificazione delle parti degradate della città consolidata, nelle iniziative di rigenerazione urbana in un'ottica di sostenibilità geologica ed ambientale". Un tessuto urbano efficiente e capace di essere attrattivo è, infatti, "la migliore risposta possibile al consumo di suolo" affermano.  

I Tecnici sottolineano poi come l'urgenza di una riforma organica sia "motivata dalle profonde modifiche intervenute nella geografia territoriale, nell'economia, nella società e dalle istanze ecologiche rese drammaticamente attuali dal manifestarsi degli effetti dei cambiamenti climatici in atto". La limitazione del consumo di suolo è infatti, "unitamente alla messa in sicurezza del territorio, una priorità assoluta: la ripresa dell'intero paese non può procedere senza proteggere il territorio dalle minacce del dissesto idrogeologico" indica l'associazione.         

"Non bisogna mai dimenticare -indica ancora la Rete delle Professioni Tecniche - che il territorio è un sistema complesso al quale le leggi settoriali possono rispondere solo in modo limitato; e non sempre una nuova legge è una risposta sufficiente".         Per i tecnici, è allora "indispensabile una visione strategica a lungo termine dalla quale discenda un progetto, uno strumento che metta a frutto gli obiettivi e le finalità, che ragioni sui vincoli in modo selettivo e legato alla valutazione degli esiti, che promuova le buone pratiche e che sappia costruire una regia delle trasformazioni a garanzia di una rigenerazione complessiva e non episodica".  

 

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