Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
2 novembre 2016
Giuseppe Latour e Mauro Salerno

 

Inutile girarci attorno: nonostante 21,8 milioni di italiani abitino nei 5,2 milioni di immobili situati nelle zone a più alto rischio sismico (zone 1 e 2), l’idea di mettersi al sicuro pianificando un intervento di adeguamento sismico della propria casa non è stato finora il primo pensiero delle famiglie.

I dati riportati nella relazione che accompagna la legge di Bilancio parlano chiaro: dalle dichiarazioni 2015 emerge che gli interventi di prevenzione sismica effettuati su case o capannoni hanno prodotto una spesa di 300 milioni. Poco più di un inizio per un paese intenzionato a investire nella sicurezza di un patrimonio edilizio che, per larga parte, è stato realizzato prima che entrassero in vigore le norme antisismiche (1974). (...)

«Sul testo è stato acquisito il visto della Protezione civile e del ministero dell’Interno – spiega Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici -. Adesso siamo alla Conferenza Stato Regioni, dove per lunedì prossimo è in programma la terza riunione. Dopo questo passaggio, mancherà solo una comunicazione a Bruxelles prima del decreto». Il lavoro con le Regioni, per la verità, non sta andando con la velocità auspicata e qualche complicazione sta emergendo soprattutto sulle questioni legate agli aspetti geologici. (...)

 

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