Il Sole 24Ore 
29 ottobre 2016
Giorgio Santilli

 

C’è una ragione in più oggi, e non di poco conto, per avviare un programma straordinario di prevenzione sismica in Italia. Una ragione che, forse più di discorsi razionali e dei pareri degli esperti, può servire a rimuovere le barriere di pigrizia e di ignoranza che a volte ci impediscono di progettare e agire. 

La ragione la racconta Mariano Maugeri nel reportage dai territori colpiti dal sisma pubblicato ieri sul Sole 24 Ore. A parlare sono le persone come Liliana: «Siamo vivi per miracolo, ma la casa è distrutta». Le case - nota il servizio - hanno fatto il loro mestiere, dopo aver resistito alla scossa del 24 agosto: hanno salvato chi ci stava dentro ma si sono disintegrate. Le ristrutturazioni dopo il sisma del 1997 sono state le «scelte salvifiche». 

Si può spiegare con immagine migliore, e più intensa, perché oggi l’Italia dovrebbe partire con un piano di prevenzione sismica? Perché in tutte le zone a rischio sismico elevato e anche medio sarebbe necessario attivare al più presto gli incentivi fiscali inseriti nella legge di bilancio dal governo che consentono sconti fino all’85%, soprattutto se si interviene su condomìni o su interi edifici? 

(...)

Perché sobbarcarsi un intervento che può costare diverse decine di migliaia di euro che non ha un ritorno economico immediato? Chi fa una ristrutturazione semplice migliora la vivibilità di un appartamento e anche il suo valore immobiliare. Chi fa un intervento di risparmio energetico trova un beneficio quasi immediato nella bolletta elettrica, oltre che sentirsi partecipe di un’iniziativa di rispetto ambientale. Ma il vantaggio di un intervento di prevenzione sismica può non risultare così immediato. Le emozioni di questi mesi ci aiutano a ridefinire una analisi costi-benefici più ampia e una scala di priorità più complessiva. 

Può sembrare un paradosso, al limite del cinismo. Ma la migliore pubblicità ai nuovi, possenti bonus fiscali anti-terremoto e al piano «casa Italia» lanciato dal premier Matteo Renzi (con il corollario di polemiche con Bruxelles) arriva proprio dal confronto fra le vittime dei due ultimi terremoti. La tecnica ci mette a disposizione interventi «salva-vita». È il momento di coglierli, facendo un salto in avanti nella sicurezza dei nostri edifici e nella programmazione adulta delle nostre priorità. 

 

Sprint sulla nuova certificazione antisismica

La strategia. Il Governo punta ad approvare entro fine anno le linee guida sulla classificazione degli edifici

 

Il Sole 24Ore 
29 ottobre 2016
Giuseppe Latour

 

(...) Nel merito, le linee guida, messe a punto in bozza da una commissione guidata dal provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, Pietro Baratono, individuano sei classi di rischio, dalla A alla F. Con uno schema che ricorda quello che oggi viene utilizzato per la certificazione energetica. Questi livelli diranno quando un edificio ha un rischio più elevato, in funzione della sua capacità di non danneggiarsi durante un terremoto. Il principio guida del lavoro è il concetto di “expected annual loss”, il costo medio annuo da sostenere per riparare i danni e coprire le perdite causate da eventi sismici: in una struttura efficiente questo costo è trascurabile, nelle strutture più vecchie sale, fino al momento in cui è più conveniente demolire e ricostruire. (...)

Secondo la legge di bilancio, sarà un decreto del ministero delle Infrastrutture, sentito il Consiglio superiore dei Lavori pubblici, a rendere definitive le linee guida. «Procederemo tramite una commissione relatrice – spiega Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore – che è stata già nominata, insieme all’altra commissione che dovrà occuparsi del provvedimento sulla ricostruzione di Amatrice». Nel testo sarà definita la classificazione delle diverse tipologie di edificio, ma anche la modalità con la quale i professionisti attesteranno l’efficacia degli interventi effettuati per accedere al sismabonus. (...) 

 

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