Il Sole 24Ore 
29 ottobre 2016
Massimo Frontera

 

Il "modello Umbria" funziona. Non ha fatto vittime il nuovo terremoto che ha fatto tremare gli stessi territori già colpiti 19 anni prima - da Norcia a Visso, da Ussita a Camerino nelle Marche - confermando che la ricostruzione "leggera" ha fatto il suo principale dovere: far stare in piedi le case e salvare le vite. 

Il modello Umbria è stato seguito per l’Emilia Romagna, dopo il sisma del 2012. «Per la ricostruzione in Umbria e nelle Marche è stato deciso di indicare un parametro-guida per gli interventi di ricostruzione con miglioramento, fissando il limite minimo del 60% di resistenza all’azione sismica rispetto alla massima resistenza richiesta per le nuove costruzioni». A parlare è Luciano Tortoioli, memoria storica del post-terremoto umbro-marchigiano, che ha vissuto in prima linea come direttore del settore Ambiente, territorio e infrastrutture della Regione Umbria. Tortoioli è andato in pensione nel 2012 ed è stato subito cooptato dall’allora presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani. «Indipendentemente dal contributo concesso - ricorda Tortoioli - nel 1997 abbiamo fissato per tutte le abitazioni, prime e seconde case, uno stesso livello di resistenza. Quelle case hanno retto». (...) 

 

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