Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
28 ottobre 2016
Massimo Frontera

 

Una sorta di indicatore unico del "rischio catastrofe", il più possibile dettagliato per Comune, sub area comunale, fino ad arrivare al singolo immobile. È questo il primo obiettivo di Casa Italia, da concretizzare entro l'anno, al massimo entro gennaio prossimo. Nella stessa settimana in cui la faglia degli Appennini ha deciso di risvegliarsi, lontano dai riflettori Casa Italia ha mosso i primi passi operativi. Lunedì e martedì scorsi si sono svolte le riunioni per gettare le fondamenta del piano nazionale di lungo termine lanciato dal premier Matteo Renzi e dedicato alla prevenzione. Confermati i quattro pilastri del piano: informazioni (su territorio e immobili); dote finanziaria; interventi-pilota; formazione. Sul piano dei fondi, il primo contributo resta la novità del "sismabonus" della legge di Bilancio, stabilizzato a cinque anni, ma anche reso più "fluido" (grazie alla cessione del credito a soggetti terzi, anche da parte di incapienti) e più attraente economicamente, grazie alla detrazione in cinque anni e alla cumulabilità a livello condominiale del tetto di spesa di 96mila euro per unità abitativa. È un segnale di attenzione che va nella direzione di Casa Italia ma che non discende da Casa Italia. 

«La legge di Bilancio - dice il coordinatore di Casa Italia a Palazzo Chigi, Giovanni Azzone - contiene i risultati di una serie di discussioni avvenute quando Casa Italia non c'era ancora. Non è sensato cercare di intervenire su un processo che non abbiamo seguito». (...)

Quello che invece è stato avviato è il primo importante target di Casa Italia: la conoscenza dettagliata del territorio, del patrimonio e del rischio. Una mole di dati da mettere a sistema e da poter leggere in vario modo in relazione al rischio "catastrofe". (...)

L'obiettivo è sempre lo stesso, «fare un quadro che ci aiuti a individuare le priorità di intervento». L'altro "tavolo" appena partito è quello delle soluzioni tecniche, che gode del contributo di Renzo Piano e del suo team di architetti. «Con Renzo Piano ci siamo visti martedì scorso - riferisce Azzone - stiamo individuando le tipologie costruttive, ma il passo immediatamente successivo è individuare i passi procedurali, perché il problema diventa: in base a quale procedura identificare i dieci edifici reali oggetto della sperimentazione?».

(...)

 

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