Corriere della Sera – Milano
11 ottobre 2016
Alessandro Beretta

 

Da inizio Novecento al 10 ottobre 1916, immergendosi in quel breve e intenso periodo Gianni Biondillo ha scritto il suo nuovo romanzo «Come sugli alberi le foglie» (Guanda) per ridare voce a un architetto: Antonio Sant’Elia, futurista, ucciso nella Grande Guerra sul Carso ad appena 28 anni. Una vita che diventa l’occasione sia per ricordare il centenario della morte — e da fine novembre anche una mostra in Triennale lo farà — che per ritrarre una generazione di artisti, da Umberto Boccioni, a Carlo Carrà a Filippo Tommaso Marinetti. Sul perché scoprirlo da così vicino, Biondillo è certo: «Non era solo la ricorrenza, ma anche l’occasione per dare luce a un architetto centrale per chi come me ragiona sul territorio», spiega lo scrittore e architetto che presenta il libro domani alle 18 al Museo del Novecento (via Marconi 1) con il critico Ermanno Paccagnini e gli architetti Michele De Lucchi e Luca Molinari. «Un architetto, apprezzato più all’estero che in Italia, i cui disegni sulla Città Nuova ritroviamo, a loro modo, anche in film come Metropolis».

(...)

 

Mappa del sito