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7 settembre 2016

 

Nell’ambito delle consultazioni finalizzate all’elaborazione del progetto “Casa Italia”, ieri la Rete delle Professioni Tecniche è stata ricevuta a Palazzo Chigi. L’incontro è stato presieduto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Oltre ai rappresentanti della RPT, per il Governo erano presenti anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il Rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone.

TRE AZIONI ESSENZIALI. Nell’occasione la Rete delle Professioni Tecniche ha illustrato al Presidente Renzi e al Governo il suo Piano di prevenzione del rischio sismico (IN ALLEGATO). Il Piano dovrebbe contemplare tre azioni essenziali, la prima di breve periodo per fare fronte all’attuale carenza di informazioni-chiave e le altre due di medio periodo, per un intervento organico e mirato sugli edifici.

Dovrà essere emanato un apposito provvedimento legislativo con cui individuare i principi generali con cui realizzare (attraverso uno o più decreti legislativi da emanare entro e non oltre 180 giorni dalla approvazione del decreto legge) le seguenti attività:

a) il monitoraggio - utilizzando criteri standard di valutazione - del livello di vulnerabilità di ciascun edificio rientrante nel patrimonio edilizio. (...)

b) l’elaborazione, per ciascun edificio, pubblico e privato di un Fascicolo del fabbricato, entro 24 mesi dalla emanazione di uno specifico decreto legislativo attuativo, (...)

c) contemporaneamente alla predisposizione del Fascicolo del Fabbricato si ritiene utile introdurre con apposito decreto legislativo attuativo una certificazione sismica obbligatoria a cura di un tecnico abilitato (...)

«Siamo molto soddisfatti – ha detto in conclusione Giuseppe Cappochin, Consigliere RPT e Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori – per l’apertura del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, verso una strategia di ampio respiro per il futuro delle città che ponga l’uomo al suo centro. Importante, poi, che per la prima volta si sia parlato di finanziamenti sui progetti accorpando le risorse che per raggiungere gli obiettivi non dovranno più essere frazionate e quindi disperse. Positivo che si stia anche immaginando un nuovo modello di ‘rigenerazione’ – così come da anni sostengono gli architetti italiani - che avvii la realizzazione della ‘città del futuro’ ricostruendo un’immagine unitaria di contesti urbani oggi invece sempre più privi di identità.»

 

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