lavoripubblici.it 
3 agosto 2016 

"I professionisti italiani non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito". Comincia in questo modo il comunicato stampa del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC in merito alla presa di posizione del Consiglio di Amministrazione Inarcassa che lo scorso 29 luglio ha preso le distanze dal fondo "Atlante 2" (leggi articolo).

"Il futuro previdenziale degli architetti italiani - recita la nota del CNAPPC - non può mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessità e a prendere repentinamente le distanze dall’iniziativa Atlante 2, confermando la propria vocazione ad investire, piuttosto, nell’economia reale. Gli architetti italiani, ed i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito".

"Non si può prescindere poi - sottolinea il Presidente Giuseppe Cappochin - dalla situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è  strettamente legata alla crisi economica ed, in particolare, a quella dell’edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni - non sono solo i progettisti italiani a farne la spese -  ma è  l’intero Paese a non ripartire".

(...)

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Casse in ritirata da Atlante 2 ma il Tesoro non vuol trattare

la Repubblica 
2 agosto 2016
Rosaria Amato

Passo indietro degli enti previdenziali sull’investimento in Atlante 2, ma il governo non intende «trattare» su eventuali contropartite. «Acquistando al 24% c’è un ragionevole margine, mentre comprando al 32 o al 33% i nostri tecnici ci dicono che non c’è possibilità di redditività », spiega Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp, l’associazione che riunisce le casse dei professionisti. Il riferimento è al valore nominale dei crediti deteriorati delle banche: l’assemblea dell’Adepp aveva deliberato il 25 luglio la partecipazione al fondo Atlante 2, si ipotizzava uno stanziamento di 500 milioni. «Non vogliamo fare i falchi ma neanche i tordi», taglia corto Oliveti. Ma non si tratta solo dei rischi, o dei mancati guadagni. Oliveti chiarisce che le casse potrebbero intervenire a condizioni precise: «Ci devono dire che siamo fondazioni di diritto privato che svolgono una funzione di interesse pubblico, poi il Mef ci deve dire che investire in fondi alternativi, e in particolare in Npl, è cosa auspicata nell’interesse collettivo. Infine deve essere garantita autonomia alla nostra autoregolamentazione ». (...)

Il passo indietro dell’Adepp arriva dopo le tante perplessità espresse dai rappresentanti dei vari enti nei giorni precedenti. Ieri si è tirato fuori dall’operazione l’Inarcassa (l’ente di ingegneri e architetti), con una delibera secondo la quale la partecipazione al fondo Atlante 2 non è in linea con i «criteri di prudenzialità» e «i parametri d’investimento» applicati dall’ente. No anche dell’Enpam, la cassa di previdenza di medici e odontoiatri: non ci sono «al momento le condizioni per investire nel fondo Atlante 2».

 

Cnappc: gli architetti non sono la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito

casaeclima.com 
3 agosto 2016

(...) “Non si può prescindere poi - sottolinea il Presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin – dalla situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è strettamente legata alla crisi economica ed, in particolare, a quella dell’edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni - non sono solo i progettisti italiani a farne la spese - ma è l’intero Paese a non ripartire”.

“La ripresa economica passa senza dubbio attraverso significativi investimenti nell’economia della conoscenza come quella espressa dai professionisti e rappresentata, ad esempio, dalla possibilità di estendere all’intera carriera lavorativa il periodo per il quale viene chiesto al progettista - che concorre ad una gara nel settore dei Lavori pubblici - di dimostrare la propria esperienza nell’ambito dei servizi in affidamento e non limitandolo ad un solo periodo, spesso l’ultimo triennio”.

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Atlante 2 l'Adepp si arrende: niente investimenti

mondoprofessionisti.it 
3 agosto 2016
Luigi Berliri

Il presidente dell’Adepp, Alberto Oliveti, alza bandiera bianca e fa marcia indietro e presa carta e penna e ha scritto ai presidenti delle Casse per renderli «ufficialmente partecipi delle interlocuzioni che l’Adepp ha avuto in questi giorni... con il Governo». E per spiegare perché questo investimento «non s’ha da fare». È stato l’ultimo abbandono di un gran numero di Casse che si sono “sfilate” dalla decisione dell'Adepp di versare un «obolo» da 500 milioni di euro al fondo Atlante 2 per la causa di Mps a spingere il presidente dell’associazione delle Casse di previdenza private ad abbandonare il progetto. (...)

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Banche: architetti, bene l'altola' di Inarcassa ad Atlante2. 'Professionisti non sono scialuppa salvataggio istituti credito'

ANSA
2 agosto 2016

"Il futuro previdenziale degli architetti italiani non puo' mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessita' e a prendere repentinamente le distanze dall'iniziativa Atlante2, confermando la propria vocazione ad investire, piuttosto, nell'economia reale", poiche' "gli architetti italiani, e i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito". Ad affermarlo il Consiglio nazionale degli architetti, riguardo all'operazione finanziaria per la quale il governo ha chiesto l'intervento delle Casse previdenziali, per una somma complessiva di 500 milioni di euro. Le valutazioni della categoria, va avanti la nota, risentono della "situazione di crisi in cui versa la nostra professione che e' strettamente legata alla crisi economica e, in particolare, a quella dell'edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni, non sono solo i progettisti italiani a farne la spese, ma e' l'intero Paese a non ripartire", chiudono gli architetti.

 

Banche: architetti, non siamo scialuppa salvataggio

Adnkronos/Labitalia
2 agosto 2016

"Il futuro previdenziale degli architetti italiani non può mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessità e a prendere repentinamente le distanze dall'iniziativa Atlante 2, confermando la propria vocazione a investire, piuttosto, nell'economia reale. Gli architetti italiani, e i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito". Così, in una nota, il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.       

"Non si può prescindere poi -sottolinea il presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin- dalla situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è strettamente legata alla crisi economica e, in particolare, a quella dell'edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni, non sono solo i progettisti italiani a farne la spese ma è l'intero Paese a non ripartire".

"La ripresa economica passa senza dubbio -conclude Cappochin- attraverso significativi investimenti nell'economia della conoscenza come quella espressa dai professionisti e rappresentata, ad esempio, dalla possibilità di estendere all'intera carriera lavorativa il periodo per il quale viene chiesto al progettista, che concorre a una gara nel settore dei lavori pubblici, di dimostrare la propria esperienza nell'ambito dei servizi in affidamento e non limitandolo a un solo periodo, spesso l'ultimo triennio".

 

Banche: architetti: bene Inarcassa su presa di distanze dal fondo Atlante 2

9Colonne
2 agosto 2016

"Il futuro previdenziale degli architetti italiani non può mai essere messo a rischio da operazioni dagli esiti incerti. Bene, dunque, ha fatto Inarcassa ad esprimere le proprie perplessità e a prendere repentinamente le distanze dall'iniziativa Atlante 2, confermando la propria vocazione ad investire, piuttosto, nell'economia reale. Gli architetti italiani, ed i professionisti in genere, non possono essere considerati la scialuppa di salvataggio degli istituti di credito."

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"Non si può prescindere  poi  - sottolinea il Presidente degli architetti italiani, Giuseppe Cappochin - dalla  situazione di crisi in cui versa la nostra professione che è  strettamente legata alla crisi economica ed, in particolare, a quella dell'edilizia. Se non riparte il settore delle costruzioni - non sono solo i progettisti italiani a farne la spese -  ma è l'intero Paese a non ripartire". 

"La ripresa economica passa senza dubbio attraverso significativi investimenti nell'economia della conoscenza come quella espressa dai professionisti e rappresentata, ad esempio, dalla possibilità di estendere all'intera carriera lavorativa il periodo per il quale viene chiesto al progettista - che concorre ad una gara nel settore dei Lavori pubblici – di dimostrare la propria esperienza nell'ambito dei servizi in affidamento e non limitandolo ad un solo periodo, spesso l'ultimo triennio".

 

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