Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
8 giugno 2016
Giorgio Santilli

 

Non c’è da esultare perché l’edilizia ha perso in otto anni più del 40% degli investimenti e la strada per tornare ai livelli pre-crisi è lunga. Non si possono però ignorare segnali importanti di risalita: crescono a due cifre compravendite immobiliari, lavori in casa incentivati dai bonus e mutui prima casa.

Soprattutto non si può ignorare, come ha rivendicato ieri il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che la crescita delle compravendite e quella dei lavori in casa sono anche l'effetto di scelte fiscali di riduzione delle tasse (abolizione della Tasi per le prime case) e di incentivazione di investimenti delle famiglie (crediti di imposta per lavori di ristrutturazione al 50%, per interventi di risparmio energetico al 65%, per acquisto di mobili al 50%). Non si può ignorare perché dimostra che, oltre al fisco opprimente che brucia quote di crescita del Paese, può esistere un "fisco amico" che è capace di stimolare la spesa, indirizzarla nella direzione giusta, costruire politiche, aiutare le imprese ad andare dove la domanda potenziale è forte.

L'esempio dei crediti di imposta per i "lavori in casa" resta il più eclatante negli ultimi 20 anni.

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Ora la questione si ripropone con la prossima stabilità e non a caso il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, la ripropone per tempo chiedendo - come è nella sua linea da tempo - di «trasformare uno strumento in una politica». E la politica da lanciare, rafforzare, spingere è quella di una massiccia riconversione energetica del nostro patrimonio immobiliare. 

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