la Repubblica 
27 maggio 2016
Marina Paglieri

 

«Bisogna anteporre il prefisso ‘ri’, le stesse iniziali della parola risorse, alle nostre azioni, dal riciclo al riutilizzo. E inserire sempre più il concetto di ‘meno’: meno inquinamento, meno acque contaminate, meno ingiustizie. Mi considero un designer biologico, scelgo i materiali che non danneggiano il suolo: solo un suolo in salute fa crescere alberi sani». William McDonough, architetto americano tra i massimi esperti di design sostenibile, è la star della due giorni che Torino dedica all’«economia circolare», in occasione della Green Week Europea. Invitato da Agroinnova, centro per l’innovazione agroalimentare dell’Università di Torino, diretto da Maria Lodovica Gullino, terrà una conferenza martedì alle 17.30 a Torino Incontra dal titolo «Designing the Circular Economy», seguirà un incontro alle 20 al Circolo del Design con giovani architetti e designer, quindi una cena ai Magazzini Oz. La sera prima alle 21 andrà in scena al Carignano «Emphasis per l’ambiente», spettacolo per fare conoscere il ruolo della salute delle piante nella tutela dell’ambiente: sul palco Laura Curino e lo stesso Mc- Donough.

Architetto e imprenditore, McDonough vive negli Usa ed è autore di vere e proprie “icone”, dalla Casa di ghiaccio, esposta all’ultimo World Economic Forum di Davos, o la Sustainable Base della Nasa in California. Nel 1999 Time gli ha dedicato la copertina, definendolo «Hero for the Planet».

(...)

William McDonough, lei verrà a Torino per parlare di economia circolare. In che cosa consiste?

«Guardi, è abbastanza semplice. Un tempo si produceva, si consumava e quello che restava lo si buttava via, adesso facciamo in modo di riusare e non buttare via niente. In questo è importante il ruolo del designer biologico, che nel rispetto dell’ambiente deve scegliere materiali sicuri, che tornino al suolo, secondo filiere circolari. Anche i prodotti industriali possono tornare all’azienda ed essere reinseriti nel ciclo produttivo: insomma, bisogna eliminare il concetto di rifiuto».

(...)

 

Mappa del sito