Corriere della Sera
26 aprile 2016
Roberta Scorranese

 

All’origine della «Cupola», la caffettiera disegnata da Aldo Rossi per Alessi nel 1988, c’è un archetipo arci-italiano: una torre che è anche una basilica, un sistema architettonico che è insieme elevazione al cielo e il sostegno perfetto, rotondo, come nella Cupola di Santa Maria del Fiore. Questa caffettiera è uno degli oggetti in mostra fino al 13 maggio nella sede dell’ordine degli Architetti di via Solferino, a Milano, nella rassegna «50+! Il grande gioco dell’industria», curata da Francesca Molteni e allestita da Franco Raggi. Dalla sedia «Louis Ghost» ideata da Philippe Starck per Kartell alle macchine Olivetti, dalla bottiglia del Camparisoda disegnata da Fortunato Depero fino al piroscafo di Molteni (un «magazzino domestico» firmato Aldo Rossi e Luca Meda), in mostra ci sono quegli oggetti che hanno tracciato un legame molto italiano e ormai indissolubile: quello tra l’impresa e l’arte, tra la creatività e il lavoro industriale. Perché, come spiega Edoardo Segantini nell’articolo qui accanto, sia nel passato (con le invenzioni pionieristiche di design e Architetti che lavoravano fianco a fianco con gli imprenditori) sia nel presente (con una innovazione intelligente capace di «interpretare» il territorio e diventarne emanazione) buona parte della nostra industria è stata ed è capace di produrre bellezza. (...)

 

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