Corriere della Sera
14 aprile 2016
Sergio Rizzo

 

C’è solo un problemino: i soldi. Raffaele Cantone aveva sommessamente fatto notare, in un documento pubblicato a fine gennaio, che difficilmente avrebbe potuto far fronte ai nuovi compiti assegnati all’autorità Anticorruzione da lui presieduta senza i denari necessari. Non quattrini in più, sia chiaro. Ma quelli già in cassa grazie anche ai risparmi, che tuttavia sono bloccati causa spending review . Cantone ne ha discusso con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, con la sua collega delle Riforme Maria Elena Boschi e perfino con i presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ricevendo da tutti assicurazioni e promesse. Finora, però, il piatto continua a piangere.

E non parliamo di compiti marginali, bensì di funzioni essenziali attribuite all’Anac dal nuovo codice degli appalti che il consiglio dei ministri approva domani. Funzioni che renderebbero necessaria una nuova iniezione di personale, quantomeno per colmare la differenza fra i posti oggi coperti, 302, e quelli previsti dalla pianta organica, 350. Iniezione, però, allo stato attuale impossibile. Per quale ragione? L’Anac fa parte della pubblica amministrazione. Quindi ogni spesa, anche se non fatta con soldi pubblici (l’Autorità viene finanziata dalle imprese controllate, con fondi privati), figura come spesa pubblica. Di conseguenza finisce statisticamente nel deficit statale. (...)

 

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