Corriere del Veneto - Verona
31 marzo 2016
A. C.

 

Il bando che istituisce il concorso internazionale di idee per la copertura dell’Arena piace poco agli architetti veronesi che, a rigor di logica, dovrebbero essere i primi interessati a parteciparvi. Il presidente Arnaldo Toffali e Vittorio Cecchini nella sua qualità di responsabile della commissione Lavori Pubblici-Concorsi e Affidamenti hanno deciso di pubblicare sul sito dell’Ordine degli architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona la corrispondenza con il Comune di Verona delle ultime settimane improntata «al tentativo risultato vano di modificare alcuni aspetti essenziali del bando».

La prima lettera, datata 2 dicembre 2015, riassume le richieste degli architetti al Comune. Il punto centrale è chiaro fin da subito: poiché l’Arena è «il bene monumentale per antonomasia della città di Verona, il bando non può “per legge” essere aperto agli ingegneri che concorrano da soli, data la competenza esclusiva degli architetti sui beni vincolati monumentali». Successivamente quindi si chiede di prevedere, in caso di partecipazione di società di ingegneria, che il progettista mandatario sia un architetto. In aggiunta a questo, per dare maggior credibilità al bando, viene chiesto di togliere la facoltà allo sponsor Calzedonia, che ha finanziato il bando con un contributo di 100mila euro, di nominare due dei membri della giuria che dovrà giudicare gli elaborati e assegnare i premi finali, oltre a una parziale ridefinizione dei criteri di assegnazione dei punteggi.

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