Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
16 marzo 2016
Giuseppe Latour

 

Dare agli ingegneri la possibilità di svolgere la funzione di direttore tecnico delle imprese di restauro. È questa la richiesta che sarà presentata all’Anac nel corso di un convegno organizzato oggi dall’ordine degli ingegneri di Napoli nel capoluogo campano. Le linee guida che l’Anticorruzione dovrà preparare entro il prossimo 18 aprile per sostituire il regolamento appalti, secondo una richiesta condivisa tra gli ingegneri partenopei e il Cni, dovranno recepire gli ultimi orientamenti del Consiglio di Stato: la funzione di direttore tecnico, infatti, non implica scelte di carattere culturale e artistico. Per questo, può essere affidata a un ingegnere.

Paola Marone, vicepresidente dell’ordine degli ingegneri di Napoli, spiega: «A seguito dell’emanazione del Dpr n. 207/2010 e del comunicato Avcp n. 74/2012 gli ingegneri, direttori tecnici delle imprese attestate Soa nel settore del restauro, anche se in possesso di consolidate esperienze, non sono stati più ritenuti idonei allo svolgimento dell’incarico di direzione tecnica». Migliaia di ingegneri, cioè, all’indomani del regolamento del 2010 non hanno più potuto svolgere il proprio lavoro: solo gli architetti e i restauratori, secondo quell’impostazione, avevano le competenze per lavorare in un’impresa di restauro. Dopo molte discussioni, però, una sentenza del Consiglio di Stato (n. 4290/2015) ha ribaltato le carte in tavola, ammettendo la direzione tecnica degli ingegneri che già svolgevano quell’attività al momento dell’emanazione del Dpr n. 34/2000. 

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