Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
17 febbraio 2016
Mariagrazia Barletta

 

Diversità umana, inclusione sociale e uguaglianza: sono tre i fattori che ogni progetto - dal singolo prodotto di design, all'architettura, fino alla pianificazione di brani di città - deve considerare per rientrare nei canoni del design for all. Spesso si progetta considerando l'uomo standard, ossia un individuo giovane e in ottima salute: un'astrazione da manuale, che rappresenta solo una piccola parte della complessa comunità degli esseri umani. Esistono, invece, bambini, anziani, donne incinte, individui con culture diverse, con disabilità motorie, cognitive e sensoriali, persone istruite ed analfabeti. Coinvolgere la diversità umana nel progetto è l'assioma su cui si basa il design for all. 

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«Ove autorevoli esponenti della professione di architetto condividano l'idea di applicare alla progettazione di edifici destinati ad uso collettivo i criteri del Dfa, questa disciplina giovane, ed in evoluzione, rafforzerà il vigore del proprio messaggio: costruire ambienti che migliorino la qualità della vita degli individui, assecondando e valorizzando le loro diversità», spiega Rodrigo Rodriquez. Tutti i professionisti partecipano con un intervento orientato ai principi del design for all e per ampliare le occasioni di confronto sono stati scelti progetti di tipologie diverse. 

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