Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
25 gennaio 2016
Guglielmo Saporito

 

I problemi del rumore possono generare aggravi economici nelle ristrutturazioni edilizie: lo sottolinea il Consiglio di Stato nella sentenza 4950 del 2015 , favorevole al Comune di Torino in una controversia sul regime di onerosità di un titolo edilizio. Si discuteva in particolare della ristrutturazione di un edificio risalente all’inizio del 900, inizialmente suddiviso in 34 unità immobiliari su quattro piani, con destinazione commerciale e residenziale, del quale si prevedeva la completa demolizione e ricostruzione con sagoma diversa, con nove piani ma nei limiti della superficie lorda di pavimento preesistente. Le unità immobiliari venivano ridotte da 34 a 24 e sarebbero stati realizzati oltre 20 posti auto nel sottosuolo.

Un intervento del genere, nella logica del carico urbanistico, avrebbe dovuto escludere oneri aggiuntivi perché sia il parametro dei residenti che quello della superficie presentavano una contrazione. Il Comune tuttavia ha preteso il pagamento di oneri aggiuntivi per la riduzione dell’impatto acustico, sottolineando che sarebbe stato necessario stendere, in prossimità dell’intervento, asfalto fonoassorbente. Secondo le misurazioni dell’ente locale, l’insediamento avrebbe consentito l’utilizzo di residenze in cui si superava il limite di rumore derivante dal traffico veicolare.

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