Adnkronos/Labitalia
22 gennaio 2016

 

"Spesso chi interviene per ristrutturare unità abitative si premura per avere tutti i permessi richiesti ma non ha contezza della situazione statica dell'edificio.

Basta tirare via un tramezzo per alterare la staticità di un edificio. E poi succedono crolli come quello di Roma. Noi chiediamo da tempo il libretto di fabbricato in cui si deve aggiornare lo stato dell'edificio, è l'unico modo per avere sempre contezza della sua staticità ed evitare questi eventi". Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, commenta con Labitalia il crollo di stanotte dell'edificio a Roma.

"Il problema -spiega Freyrie- è che in Italia raramente, e in particolare per gli edifici più vecchi, si trova il progetto strutturale e, cosa ancora più grave, quello aggiornato ai diversi interventi fatti nel palazzo".

"Eliminare un tramezzo o inserire una porta in un muro strutturale - avverte - altera la staticità del palazzo. E se nell'appartamento sopra o sotto si fanno ulteriori interventi senza saperlo ecco che il danno è fatto". 

In Italia, attacca ancora Freyrie, "ci si occupa più delle scartoffie amministrative per iniziare l'intervento e non della staticità dell'edificio su cui si opera; in Francia avviene il contrario, più leggeri a livello amministrativo e rigidi nella verifica".

E per Freyrie "tutti i condomini dovrebbero avere contezza della situazione statica dell'edificio: se non c'è un progetto strutturale si dovrebbe contattare un professionista, architetto o ingegnere, per far fare i rilievi e tutto il necessario per indagare sulla situazione, da aggiornare nel caso di ogni intervento".

 

Crollo di tre piani a Roma, tragedia sfiorata nel cuore della notte. Sono in corso le ispezioni tecniche, la circolazione è stata interdetta

ilgiornaleditalia.org
22 gennaio 2016

 

(...) Tantissime le reazioni dopo il crollo. In attesa che la magistratura chiarisca le cause dell’incidente, il Codacons ha chiesto di sapere chi ha concesso i permessi per i lavori di ristrutturazione nella palazzina crollata sul Lungotevere a Roma, e sulla base di quali criteri sia stata data l’autorizzazione. 

(...)

E’ giunta la voce anche dei tecnici, in particolare il presidente del Consiglio nazionale degli architetti,  Leopoldo Freyrie, ha dichiarato che “spesso chi interviene per ristrutturare unità abitative si premura per avere tutti i permessi richiesti ma non ha contezza della situazione statica dell’edificio. Basta tirare via un tramezzo per alterare la staticità di un edificio. E poi succedono crolli come quello di Roma”, è il commento con Labitalia, che ha aggiunto: “Noi chiediamo da tempo il libretto di fabbricato in cui si deve aggiornare lo stato dell'edificio, è l'unico modo per avere sempre contezza della sua staticità ed evitare questi eventi”. (...) 

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Roma, crolla un palazzo in piena notte: tragedia sfiorata 

ciociariareport24.it
24 gennaio 2016

E' giunta la voce anche dei tecnici, in particolare il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, ha dichiarato che "spesso chi interviene per ristrutturare unità abitative si premura per avere tutti i permessi richiesti ma non ha contezza della situazione statica dell'edificio". 

vai alla pagina web di ciociariareport24.it con il testo dell'articolo 

 

Crolla palazzo, terrore al Flaminio “Troppi gli edifici senza più patente”. Una residente salva tutti: famiglie sgomberate, poi giù tre piani. Il caso fascicolo di fabbricato. Poche verifiche negli uffici del Campidoglio

la Repubblica - Roma
23 gennaio 2016
Lorenzo D’Albergo

 

Cautela e competenza. Per Arturo Livio Sacchi, presidente dell’Ordine degli architetti di Roma, non si sfugge alla legge delle due “C”.

«Chi non ha abbastanza conoscenze tecniche – commenta riferendosi all’episodio di lungotevere Flaminio - può determinare delle catastrofi. Non si può fare tutto quello che si vuole quando si lavora sul preesistente». Per Sacchi, però, anche la pubblica amministrazione ha la sua dose di responsabilità: «Negli uffici le carte girano molto velocemente e i meccanismi di controllo a campione sono labili. In Comune e nei municipi sulle ristrutturazioni in casa servirebbero più verifiche». Specie se il patrimonio edilizio di Roma, continua l’architetto, è «molto bisognoso di cure e ad alta obsolescenza». Con la collaborazione del centro ricerche Cresme, l’Ordine sta compilando un dossier da consegnare al prossimo sindaco: «Vogliamo fornire a chiunque siederà in Campidoglio – conclude Arturo Livio Sacchi - uno strumento completo e affidabile per conoscere lo stato conservativo degli immobili della nostra città».

 

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