Corriere del Mezzogiorno - Napoli
15 gennaio 2016
Felice Naddeo, Gabriele Bojano

 

Il dissequestro del Crescent, il mega condominio privato bloccato dalla magistratura due anni fa per presunte irregolarità nell’iter di realizzazione, riaccende il dibattito sull’opportunità dell’opera. Ieri mattina gli oppositori storici, Comitato No Crescent e Italia Nostra, hanno spiegato perché chiederanno la revoca dell’ordinanza del tribunale che dà il via libera alla ripresa dei lavori: «È inapplicabile — dicono — in quanto fa riferimento a norme urbanistiche che non esistono più». Intanto il governatore De Luca fa l’ironico su Facebook: «Ho cercato faticosamente sulle pagine dei giornali nazionali e, salvo mie distrazioni, non ho trovato la notizia del dissequestro del Crescent». 

 

Perché sì: Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi e Vincenzo De Luca vivono una reciproca fascinazione. Il primo è ammaliato dal decisionismo dell’ex sindaco, al fianco del quale si è schierato anche durante le battaglie giudiziarie; il secondo è stato conquistato dalla verve intellettuale del critico d’arte: al punto da ingaggiarlo, in passato, finanche per la regia della «Vedova allegra» al teatro Verdi di Salerno. Ed è stato proprio il Crescent ad avvicinarli. Sgarbi l’aveva criticato. Poi dopo una visita al cantiere e la verifica del progetto, il suo parere mutò radicalmente.

Professore, ma davvero il Crescent le ricorda i templi di Paestum? 

«L’opera di Bofill è una sorta di anfiteatro che si apre verso il mare. E ha questa cadenza di colonne che mostra un ritmo che in qualche misura si ripete. Per questo mi ricorda i templi».

 

Perché no: Tomaso Montanari

Professore, ma lei per quale motivo è contro la realizzazione del Crescent? 

«Perché è una presenza incongrua, fuori scala, senza alcun senso urbanistico e architettonico. È una specie di monumento nazionale al consumo di suolo che viene eretto proprio nel momento in cui nelle nostre università insegniamo ai giovani l’alleggerimento urbanistico». (...)

Tomaso Montanari, critico d’arte e docente universitario, è tra gli oppositori della prim’ora alla realizzazione del mega-edificio a forma di emiciclo disegnato dall’architetto catalano Ricardo Bofill. (...)

 

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