Corriere del Veneto
21 novembre 2015
Martina Zambon

 

La cromia, a tratti, è quella dei terra di Siena bruciati di Cézanne. Le composizioni, in perfetto equilibrio fra una torre di raffreddamento e una periferia scarnificata, arrivano allo stomaco prima che agli occhi e fan pensare a Piero della Francesca. Sembra quasi di ritrovare gli azzurro-blu di Mark Rothko in quelle nature morte rese vivide da un’unica rosa candida o la rarefazione potente di Morandi. In una sorta di galleria degli specchi, gli scatti di Luigi Ghirri in mostra da oggi e fino al 21 febbraio 2016 alla Fondazione Querini Stampalia, giocano col passato raccontando il presente degli anni ’80.

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Il Vigne Museum realizzato dai due architetti viene raccontato da un video «Livio Felluga 100» di Luigi Vitale proprio sul «museo fatto d’aria» che ingloba alberi e cielo in leggere strutture metalliche. E tanta architettura c’è nell’occhio di Ghirri che in una vita precedente era geometra e aveva pure praticato. 

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