Il Giornale
26 ottobre 2015
Angelo Allegri

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La storia dell’Idrovia Padova-Venezia è una delle 868 raccontate dall’Anagrafe delle opere incompiute, la fotografia ufficiale di un’Italia in stato confusionale, che spende i soldi per progetti faraonici, salvo poi dimenticarseli per strada, o decidere che tutto sommato non le servono più. Introdotta da una legge del 2011, ma diventata operativa dopo più di due anni, l’Anagrafe ha avuto una partenza lenta. Regioni e Province autonome hanno l’obbligo di comunicare ogni 12 mesi al ministero delle Infrastrutture l’elenco e i dati delle opere iniziate e non terminate. (...) La prima opera ad essere incompiuta è dunque l’Anagrafe.

(...) La paralisi riguarda le grandi opere ma anche quelle piccole. «… oltre alla distinzione tra opere compiute e incompiute ce n’è un’altra ancora più importante, quella tra opere utili e inutili», spiega Leopoldo Freyrie. E non è un caso che nelle intenzioni ribadite recentemente dal ministro Delrio, all’istituzione dell’Anagrafe debba fare seguito l’istituzione di una task force che scelga e segua passo dopo passo le opere meritevoli di completamento, e lasci al definitivo oblio le altre.

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