Corriere del Mezzogiorno - Bari
1 ottobre 2015
Adriana Logroscino

«Certe cose capitano soltanto a noi architetti. Io ho un amico che è un urologo di gran fama. Che opera anche dieci persone in un giorno. Non ho mai sentito che i parenti del paziente che l’aspetta in sala operatoria gli abbiano chiesto di aprire un dibattito con loro su come tagliare la prostata». Massimiliano Fuksas è uomo di spirito. Eppure, benché tenti di sfruttare tutta l’ironia di cui dispone, è un po’ seccato. Ha vinto un concorso per un mega progetto, «Bari centrale», che ripensa l’intera area che sarà liberata dalla ferrovia tra il Murattiano e il resto della città. Ma sulla prima porzione di questo progetto, un parco di 28 mila metri quadri nella zona nord della Rossani, non riesce a ottenere il via libera. Non dell’amministrazione comunale, sua committente, ma dei cittadini impegnati nella progettazione partecipata. Che, di osservazione in osservazione, rappresentano le obiezioni più varie. 

Architetto Fuksas, non le piace la progettazione partecipata? 

«Progettazione partecipata? A me questi incontri, ai quali partecipano non più di cinquanta persone, più giornalisti e architetti che cittadini, sembrano più simili alle riunioni di condominio: ha presente? quelle in cui ognuno ha la sua idea ed è convinto che sia la migliore. Ma alla fine si deve pur decidere. Io non sono un decisionista alla Renzi, ma via, il dibattito... 

(...)

 

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