Corriere della Sera 
12 settembre 2015
Luca Molinari

 

Qual è il confine tra l’architettura progettata e la libertà del suo abitante di cambiarla? A questo proposito, c’è un aneddoto molto divertente su Le Corbusier, il quale, visitando la Maison Jaoul da poco completata, strappa dalle pareti della camera dei figli dei committenti i loro disegni perché disturbavano la sua opera. 

L’idea dell’architetto deus ex-machina, capace di controllare il destino degli abitanti con progetti rigidi, indisponibili ad accogliere gli elementi di quotidianità di cui amiamo circondarci e che determinano l’anima delle nostre case, è diventato un fastidioso stereotipo del secolo appena passato. E, in particolare, nel caso dell’edilizia popolare sarebbe molto difficile smentire questa volgata, viste le centinaia di orribili periferie moderne costruite in ogni Paese. 

(...)

 

Mappa del sito