Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
6 giugno 2015
Giuseppe Latour

 

Non ci sono solo i 50 nuovi criteri fissati dalla delega di riforma degli appalti. A scandagliare nelle pieghe il testo uscito dalla commissione Lavori pubblici del Senato, si scopre che qualche mancanza eccellente c’è.

Nonostante fosse presente tra gli emendamenti presentati dai relatori, infatti, la rivoluzione attesa sulle centrali di committenza regionali non ha preso forma: i piccoli Comuni incassano un consistente passo indietro e potranno farsi in casa le gare fino alla soglia (elevatissima) di un milione di euro. Discorso simile per il due per cento. La riforma, infatti, sceglie chiaramente di non mettere le mani nella materia esplosiva della progettazione interna della Pa.

La questione delle centrali di committenza parte dalle soglie attualmente in vigore. Al momento, «i Comuni con popolazione superiore a 10mila abitanti possono procedere autonomamente per gli acquisti di beni, servizi e lavori di valore inferiore a 40mila euro». Negli altri casi, a partire dal prossimo primo settembre, dovranno passare da uno dei soggetti aggregatori selezionati dall’Anac.

 

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Alla Camera già pronti i relatori «Faremo presto, ma seriamente»

Il presidente della commissione Lavori pubblici di Montecitorio Realacci: difficile non prevedere modifiche al testo

Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
6 giugno 2015
Mauro Salerno

 

Accelereremo al massimo le procedure, ma si tratta di un provvedimento strategico su cui un po’ di lavoro va fatto». Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera è già pronto a ricevere la delega che il Senato si prepara a licenziare tra qualche giorno. Dice chiaramente che intende accelerare al massimo i tempi di approvazione, ma altrettanto chiaramente fa capire che «se il Senato ci ha lavorato così a lungo è perché si tratta di un provvedimento di grande rilevanza. Dunque anche noi avremo bisogno di un po’ di tempo».

Impossibile a questo punto immaginare che l’approvazione finale possa arrivare prima della pausa estiva. E dato che altrettanto complicato ipotizzare un’approvazione senza modifiche del testo licenziato da palazzo Madama la terza lettura sarà d’obbligo, con slittamento quantomeno all’autunno. Sono però già pronti i nomi dei relatori. Si tratterà di Raffaella Mariani e Tino Iannuzzi (entrambi Pd). «Ci stiamo attrezzando per fare un buon lavoro e in tempi rapidi».

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