Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
20 marzo 2015
Giuseppe Latour

 

La materia del dissesto idrogeologico entra nelle procedure di edilizia privata. Mentre, sul fronte delle bonifiche, arriva una nuova disciplina che consentirà di realizzare transazioni per chiudere le pendenze aperte con i soggetti responsabili dell'inquinamento. Sono le due novità più importanti vicine al varo nell'ambito del collegato ambientale, il disegno di legge in discussione al Senato che, nei prossimi giorni, si prepara a muovere i suoi ultimi passi verso l'approvazione definitiva. Nel primo caso, la messa in sicurezza del territorio diventerà un elemento da considerare per il rilascio di permessi di costruire, Dia e per le variazioni dei progetti approvati. Nel secondo caso, si punta ad accelerare il risanamento fermo in molti siti da anni: il Governo sta lavorando a una norma che chiuda le pendenze aperte attraverso una serie di transazioni. 

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Gli interventi sul Dpr n. 380/2001 

Sul fronte dei lavori privati arrivano diverse modifiche al Dpr n. 380/2001, il Testo unico dell'edilizia. Il riferimento al dissesto idrogeologico viene, anzitutto, inserito nelle definizioni generali del decreto. E, a seguire, in una lunga serie di norme nelle quali bisognerà considerare, tra i diversi elementi, anche la messa in sicurezza del territorio. Lo sportello unico per l'edilizia acquisirà, tra le altre cose, anche il parere delle autorità preposte a vigilare sul dissesto. In caso di rilascio del permesso di costruire la formazione del silenzio assenso sarà impossibile nel caso in cui sussistano vincoli di assetto idrogeologico. Di questi vincoli, poi, bisognerà tenere conto anche in fase di rilascio della Dia. 

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