Corriere dell'Alto Adige
4 marzo 2015
Chiara Currò Dossi

 

 

Sono 22 le progettiste, provenienti da 27 Paesi, in corsa per la terza edizione dell’ArcVision prize – Women and architecture , premio internazionale di architettura istituito da Italcementi con l’obiettivo di promuovere le figure femminili con le idee più creative e innovative. Venerdì, a Bergamo, ci sarà la proclamazione della vincitrice. Fra le finaliste anche la meranese Michaela Wolf, classe 1979. 

Wolf, come nasce la passione per l’architettura? 

«Nel mio caso è stato mio padre a ispirarmi, falegname. Fin da piccola il mio posto preferito era nella sua officina, dove potevo giocare sicura e spensierata. Vederlo lavorare ha suscitato in me grande interesse e curiosità per il lavoro con volumi e materiali tanto che, una volta cresciuta, ho lavorato con lui per qualche tempo. Il che ha influito sull’approccio dello studio al lavoro con il modello e all’interazione con gli artigiani. Un’ispirazione che, col tempo, si è rivelata però un ostacolo: inizialmente infatti mio padre osteggiava la mia scelta di intraprendere una carriera nel mondo dell’architettura, voleva che portassi avanti insieme a lui la tradizione. Fortunatamente, grazie ad alcuni progetti insieme, abbiamo presto trovato reciproco supporto e ammirazione per le nostre relative professioni». 

(...)

 

Mappa del sito