Corriere Fiorentino
7 febbraio 2015
Marco Dezzi Bardeschi

 

Si parlerà di architettura e convivenza umana oggi (ore 15,30) con gli architetti Marco Dezzi Bardeschi e Corrado Marcetti, all’auditorium Stensen di Firenze (viale don Minzoni, 25G), nell’ambito del ciclo di lezioni su «Eros, Filìa, Agape». 

È davvero un buon segnale l’aver ascoltato nel discorso del nuovo Presidente della Repubblica, la forte denunzia dell’attacco ai fondamenti di libertà e convivenza e l’invito che ognuno dia il suo personale contributo al nostro essere davvero comunità, con quella bella chiusa finale a favore di un popolo che si senta davvero comunità (termine, quest’ultimo, ripetuto ben sette volte). 

Convivenza, dunque: ecco un termine molto meno usato dello stesso verbo di riferimento (convivere), quest’ultimo soprattutto per indicare lo stare assieme di una coppia in uno stato libero da vincoli. Ma la convivenza sociale è assai più impegnativa di quella individuale: riafferma la necessità di tornare a stringere in modo più convinto e solidale i nostri allentati rapporti interpersonali come membri paritetici di una stessa comunità. Comunità, appunto: un concetto oggi, sempre più svuotato del richiamo ai nostri doveri civili. Eppure, nei primi anni ‘50, era stata proprio questa la bandiera etica dell’intensa attività culturale di una rivista (Comunità , appunto) e del movimento politico di Adriano Olivetti con tanti urbanisti e architetti impegnati (Quaroni, Astengo, De Carlo, Michelucci)

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