la Repubblica  – Milano
20 gennaio 2015
Simone Mosca

 

Il luogo comune vuole che se le periferie spesso sono teatri di desolazione, la colpa è anche dei capricciosi architetti che le hanno immaginate. I luoghi comuni per l'architetto Guido Canella, che aveva messo le periferie al centro della sua appassionata esistenza, erano svariati centri civici, parrocchiali, case popolari con cui ha tentato di restituire ordine e spesso bellezza all'hinterland. Stupefacenti monumenti teatrali, in bilico fra tradizioni lombarde e avanguardie sovietiche, capaci di aggregare civiltà e cultura là dove serviva (e servirebbe) portarla: ai margini di Milano.

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Dopo il primo volume dedicato da Franco Angeli a Rogers, la collana nata in collaborazione con il Politecnico prosegue con 'Guido Canella'. Il libro raccoglie i materiali, ordinati e corretti da Enrico Bordogna, Gentucca Canella ed Elvio Manganaro, che nel 2012 furono al centro di un convegno internazionale dedicato all'architetto più attivo nella cintura di paesi che tutt'intorno fanno grande Milano.

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Alla presentazione del libro domani in Triennale verranno proiettati alcuni acquerelli con cui il pittore Marco Petrus ha riletto la Milano di Cannella. «Un uomo affascinante e complesso che forse, oltre al libro, meriterebbe una mostra».

 

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