Il Sole 24Ore
18 dicembre 2017
Antonello Cherchi, Bianca Lucia Mazzei, Valeria Uva

 

Per i professionisti l’obbligo di restare aggiornati anche dopo l’iscrizione all’Albo rimane sulla carta. A conclusione del primo ciclo formativo (2014-2016 per la maggior parte delle categorie) resiste uno zoccolo duro di inadempienti. Tra il 25 e il 40% per i tecnici (architetti, ingegneri e geologi), sotto il 20% per gli avvocati, oltre il 40% per i giornalisti. E anche il sistema di sanzioni è in lento avvio.

Senza contare che per due professioni ordinistiche - psicologi e biologi - l’obbligo non è neanche partito. Per gli psicologi perché il regolamento varato nel 2013 non ha mai ricevuto il via libera del ministero e il Consiglio nazionale ne sta ora mettendo a punto uno nuovo. Mentre i biologi hanno attraversato una fase di commissariamento (da cui stanno emergendo) e il tema dell’aggiornamento è passato in secondo piano. (...)

L’adempimento

Il decreto di riforma delle professioni (Dpr 137/2012) ha trasformato quello che per molti era un mero vincolo deontologico in un obbligo di legge generalizzato, lasciando agli Ordini la facoltà di auto-regolarsi. Una volta approvati i singoli regolamenti con obiettivi e sanzioni graduate fino alla sospensione dei recidivi, la maggior parte delle categorie è partita nel 2014. Dunque, questo dovrebbe essere il primo banco di prova del nuovo meccanismo. (...)

I risultati

La rilevazione del Sole 24 Ore del Lunedì sui dati forniti dai Consigli nazionali mostra una situazione disomogenea. Al di là di consulenti del lavoro e commercialisti che non dispongono di un monitoraggio nazionale, la categoria con il più alto tasso di adempimento è quella degli avvocati, con l’82% degli iscritti al passo con l’obbligo. Buone performance anche per architetti e geologi (75%), mentre un po’ distanziati (62%) si trovano gli agronomi (il dato è stato calcolato sul 17% di chi è soggetto all’obbligo) e i giornalisti (55%). Per gli ingegneri (57% in regola) il dato coincide quasi del tutto con la quota di iscritti che svolge la libera professione. Discorso a parte per i periti agrari: l’obiettivo risulta centrato al 100%, ma grazie a un bonus di 90 crediti riconosciuto dal regolamento. Per le altre categorie, la mancanza di dati rende il bilancio impossibile. Segno che il sistema della formazione ha bisogno di significativi adeguamenti. (...)

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