edilportale.com 
30 giugno 2016
Paola Mammarella

 

Brexit uguale incertezza. (...) lo sanno professionisti e imprese, che non conoscono quali opportunità di lavoro avranno e se ci saranno ancora chance di riconoscimento delle qualifiche. Lo sanno i progettisti, che potrebbero veder cambiare le regole per la costruzione degli edifici, e gli studenti, per i quali le tasse universitarie potrebbero aumentare.

Prima di iniziare bisogna fare una premessa. Le direttive europee recepite nell’ordinamento britannico con leggi nazionali resteranno valide. Per fare un esempio, l’uscita dall’Europa non implica la cancellazione automatica delle norme per l’efficienza energetica in edilizia o sul riconoscimento dei titoli di studio esteri. Il Parlamento inglese potrà però modificare queste leggi perché non ci sarà più l’Unione Europea ad impedirlo. (...)

Brexit, gli impatti su progettazione ed efficienza  energetica

Chi si occupa di progettazione in Europa si confronta quotidianamente con gli “Eurocodici”, cioè norme per la progettazione strutturale che consentono al professionista l'utilizzo di criteri di calcolo comuni ed adottabili anche all'estero. (...) Si tratta di obiettivi che gli euroscettici britannici hanno sempre considerato troppo stringenti. Con l’uscita dall’Ue questi vincoli si potrebbero allentare. Considerando, però, gli investimenti in rinnovabili e il rischio di perdere i finanziamenti internazionali in ricerca e sviluppo, potrebbe anche essere mantenuto lo status quo. (...)

Brexit e qualifiche professionali

Anche se la Direttiva 2013/55/UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali resta invariata, il Parlamento britannico potrebbe modificare le leggi con cui è stata recepita. Molti professionisti che hanno seguito corsi riconosciuti dall’Unione Europea potrebbero avere difficoltà a lavorare in Inghilterra. Come accade in altri Paesi extra-Ue, potrebbe essere richiesto un test sulle competenze linguistiche e, quasi sicuramente, ci sarebbe bisogno di un permesso di lavoro.

Si tratta di regole che molto probabilmente coinvolgerebbero chi sta pensando alla Gran Bretagna come possibile meta lavorativa. Non dovrebbe cambiar nulla per chi invece già lavora e risiede sul posto. La Convenzione di Vienna del 1969 tutela infatti gli status già acquisiti. (...)

 

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