Il Coronavirus affonda il Pil italiano. Secondo il Centro Studi di Confindustria nel 2020 il prodotto interno lordo subirà un crollo del 6% portando l’Italia in profonda recessione, ipotesi che è legata al superamento, nel mese di maggio, della fase acuta dell’emergenza sanitaria e ad una lenta normalizzazione dell’attività economica da metà aprile.

Il netto calo del Pil, superiore a quello del 2009, era del tutto inatteso ad inizio anno.

La ripartenza nel secondo semestre sarà comunque frenata dalla debolezza della domanda di beni e servizi. Un parziale recupero, potrà avvenire nel 2021 con un Pil a +3,5%. I consumi delle famiglie, nella prima metà del 2020, risentiranno delle conseguenze dell’impossibilità di fare acquisti fuori casa, ad esclusione di prodotti alimentari e farmaceutici. Il totale della spesa privata crollerà del 6,8%. L’inflazione è attesa in calo allo 0,2% nel 2020, mentre nel 2021 salirà allo 0,6%.

Gli investimenti delle imprese saranno la componente del Pil più colpita nel 2020 (-10,6%). L’export dell’Italia non viene risparmiato dal calo generale dell’attività economica (-5,1% nel 2020).

Il tasso di disoccupazione risalirà sempre nel 2020 all’11,2% dal 9,9% del 2019. Nel 2021, tornerà invece a scendere attestandosi al 9,6%.

Quanto ai conti pubblici, il deficit-Pil è stimato al 5% per il 2020 e al 3,2% per il 2021.

 

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