Le applicazioni di Smart City in Italia continuano ad avere un peso relativamente limitato nel mercato IoT: 230 milioni di euro, pari all'8% del totale. Fatta eccezione per alcuni ambiti circoscritti - ad esempio il trasporto pubblico con 200.000 mezzi monitorati da remoto e l'illuminazione intelligente con  650.000 pali della luce connessi - il potenziale italiano della città intelligente resta ancora bloccato. Sono alcuni dei risultati della  ricerca dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. L'indagine dell'Osservatorio mostra che, nonostante il 51% dei comuni  medio-grandi abbia avviato almeno un progetto Smart City negli ultimi tre anni, il 56% delle iniziative è ancora in fase sperimentale. La  propensione a sperimentare si conferma per il 2017 ma le  amministrazioni fanno fatica a estendere i progetti all'intero territorio cittadino e a integrarli tra loro in una chiara strategia  di medio-lungo termine.
 Grandi città, come Milano e Torino, rappresentano l'eccezione positiva con i loro recenti programmi di ampio respiro: la direzione è quella  giusta, ma è ancora troppo circoscritta per poter cogliere i benefici delle Smart City a livello di sistema Paese. Per riuscire a superare il problema cruciale dei finanziamenti è importante riuscire a valutare chiaramente i benefici di natura economica, oltre a quelli sociali. Per questo, l'Osservatorio Internet of Things ha sviluppato alcuni modelli di stima dei costi e dei benefici di quattro applicazioni Smart City, applicandoli alla città di Milano. Ne emerge che tutti i progetti analizzati si riescono a ripagare  proprio grazie all'entità dei benefici: in 1-2 anni nel caso della  gestione dei parcheggi, in 2-5 anni per la raccolta rifiuti, in 3-5 anni per l'illuminazione intelligente, in 6-9 anni per le soluzioni di Smart Building in edifici pubblici. A ciò si aggiungono i benefici  legati ai migliori servizi alla comunità, alla sostenibilità e alla vivibilità: a Milano, ogni city user potrebbe risparmiare l'equivalente di 3 giorni all'anno evitando di perderli alla ricerca di un parcheggio libero e si ridurrebbero le emissioni di anidride carbonica di oltre 60.000 tonnellate di CO2 all'anno, con impatti  positivi sull'ambiente.


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