Uno degli architetti più influenti di oggi, l'autodidatta giapponese Tadao Ando (1941, Osaka) è "maestro in paradossi", come dimostrano anche le sue opere religiose. Lo  sottolinea "La Civiltà Cattolica" che sul prossimo fascicolo della  rivista della Compagnia di Gesù dedica il primo articolo monografico all'archistar nipponica. Le opere di Ando "mescolano semplicità e mistero, globalizzazione e radici, materia morta e personalità, razionalità e natura selvaggia",  scrive il padre gesuita Bert Daelemans. Le cappelle da lui progettate, prima ancora di essere definite dalla loro funzione liturgica come  edifici esplicitamente religiosi, "sono intrinsecamente religiose per l'atmosfera contemplativa". Nelle cappelle Tadao Ando colloca una croce: "non come segno  rappresentativo che si può decifrare, ma come simbolo espressivo che si deve interpretare - spiega la rivista dei gesuiti - In un modo specifico per l'architettura, egli ne estende il significato cristiano originale, per dare al simbolo un significato universale".

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