I tempi più  bui per il mercato dei lavori pubblici sembrano sempre più  lontani. Per il secondo anno consecutivo, il totale dei lavori messi in gara in Italia ha superato la soglia dei 26 miliardi e nel solo mese di dicembre 2015 i bandi di gara hanno fatto segnare il record di 6,2 miliardi, più del doppio rispetto all'anno precedente. Una vera e propria accelerazione quella che nel secondo semestre del 2015 ha fatto ripartire gli appalti facendo attestare il mercato su un livello quasi del 50% superiore a quello del biennio "nero" 2012-2013, quando si toccò prima il dato di 22,3 miliardi, poi il fondo con 18,6 miliardi. Il 2016 sembra, dunque, cominciare sotto i migliori auspici sul fronte degli investimenti pubblici. In particolare, l'andamento registrato nel 2015 e' stato a due velocità: più bandi ma meno ricchi. Valore delle grandi opere dimezzato, numero dei bandi (soprattutto di taglio medio) in crescita, comuni e aziende speciali che spingono sull'acceleratore insieme alle Ferrovie.

E' questa la fotografia del settore degli appalti di lavori in Italia scattata dall'osservatorio Cresme, il Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio, insieme al Sole 24 Ore. A dare una grossa mano ora sarà  sicuramente, la legge di Stabilità  liberando risorse per gli investimenti. “La partita chiave nel 2016 si giocherà  proprio sugli investimenti - dice il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - la ripresa non può farne a meno. E saranno proprio gli investimenti in opere pubbliche, insieme al mercato della riqualificazione edilizia, a trainare il settore delle costruzioni fuori da una crisi che dura ormai da otto anni”.

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