In programma  a Vicenza, presso il Palladio Museum, fino al 28  marzo la mostra “Thomas Jefferson e Palladio - Come costruire un mondo nuovo”, a cura di Guido Beltramini. La rassegna accoglie con uno specchio, dove si riflettono il busto di Palladio e quello di Thomas Jefferson.

Jefferson è “presente” al museo perché fu l'americano che più di ogni altro contribuì a dare un volto alla nuova nazione attraverso l'arte, l'architettura e il disegno del territorio. Fu un visionario ma anche  un pragmatico, un uomo d'azione e insieme un intellettuale che  conosceva il latino e il greco e che era convinto che il Nuovo Mondo  si potesse costruire solo attraverso la razionalità e la bellezza. Per Jefferson Palladio era “the Bible”, era colui che aveva saputo tradurre la grande architettura romana antica per gli usi del mondo moderno. E soprattutto Palladio aveva creato “la villa”, la residenza dei gentiluomini (veneti,  inglesi o americani) che curavano i propri interessi in campagna,  rescendo sani nella natura e coltivando il proprio spirito con la lettura dei classici. L'esposizione condurrà nel mondo di Jefferson, le sue collezioni d'arte, i suoi progetti di architettura, i suoi sogni ma anche le sue contraddizioni: attraverso disegni, sculture, libri preziosi, modelli di architetture, video e  realizzazioni multimediali. In mostra sono esposte anche 36 fotografie di Filippo Romano, frutto  di una campagna fotografica appositamente realizzata in Virginia nella primavera del 2014. Sono presenti inoltre i tre preziosi bozzetti originali di Antonio Canova per la statua di George Washington commissionata dallo stesso Thomas Jefferson.

 

foto: Filippo Romano

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