repubblica.it
23 giugno 2017
Simone Cosimi

 

Il drammatico incendio che si è mangiato la Grenfell Tower di Londra lo scorso 14 giugno, facendo un'ottantina di vittime - fra cui gli italiani Gloria Trevisan e Marco Gottardi - a cui si dovranno probabilmente aggiungere molti dei dispersi, potrebbe essere stato favorito dai rivestimenti esterni. Quelli montati nel corso dei lavori svolti fra 2015 e 2016 all'interno di una ristrutturazione costata nel complesso 10 milioni di sterline. Quasi 3 di quei milioni furono assegnati all'azienda Harley Facades da parte del principale committente Rydon, a sua volta incaricato dal Kctmo, il Kensington and Chelsea Tenants Management Organisation, l'associazione degli inquilini e proprietari di case del quartiere londinese.

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Simili materiali sono stati utilizzati in Italia e lo sono tuttora, visto che si trovano tranquillamente in vendita e pure approfondendo sui siti dei rivenditori si legge che il loro uso è ormai consolidato dagli anni '80, indicati in particolare per rivestire edifici direzionali, centri servizi, centri commerciali, aeroporti, ospedali, industrie ed edifici pubblici. Ma potrebbero produrre conseguenze paragonabili? "Sul singolo tipo di pannello non so rispondere ma è difficile che un fatto del genere possa accadere nel nostro Paese perché le normative anti-incendio e sulle via di fuga sono fra le più avanzate d'Europa - spiega Alessandro Marata, coordinatore del dipartimento Ambiente e sostenibilità del Consiglio nazionale degli architetti - ovviamente rimane da interrogarsi non tanto sull’”effetto camino", pure favorito dall'intercapedine ventilata creata fra il rivestimento per l'isolamento energetico e i pannelli esterni che sono quelli sotto accusa, ma semmai su quello che definirei "effetto torcia". Cioè sulla propagazione rapidissima non solo verso l'alto ma su tutte e quattro le facciate della torre". (...)

 

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