Affidato alla Consigliera Silvia Pelonara, responsabile del Dipartimento Protezione civile, Cooperazione e Solidarietà il punto sulla Settimana della Prevenzione sismica che si è appena conclusa. “E’ fondamentale – ha detto - che la cultura della prevenzione abbia come luogo di eccellenza scuole ed università, ambiti dove non solo si insegnano le singole discipline, ma soprattutto dove si formano le coscienze”.

“Non è un caso – ha sottolineato – che il tema della IV Giornata Nazionale della Prevenzione sismica che si è tenuta lo scorso 14 dicembre come momento centrale di tutte le iniziative e che ha visto la partecipazione del Presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, insieme ai vertici del CNI e della Fondazione Inarcassa - sia stato “La sicurezza inizia dalla conoscenza”.

Ampio spazio nel corso della Giornata - che il CNAPPC si augura diventi un appuntamento istituzionale - è stato dato al dialogo con le istituzioni per chiedere che il sismabonus diventi strutturale e che si continui ad investire sugli strumenti economici e culturali, in grado di ridurre i rischi alle persone e agli edifici. Da questo punto di vista è quanto mai importante - è stato sottolineato - sensibilizzare i cittadini in modo che il superbonus non sia visto soltanto come lo strumento per l'ottenimento del miglioramento energetico, ma anche l'occasione per poter mettere in sicurezza la propria abitazione, anche realizzando un accurato studio sulla sua vulnerabilità.

Un ampio approfondimento è stato poi dedicato ai costi in termini umani ed economici causati dagli eventi sismici e dalla conseguente ricostruzione: dal 1968 ad oggi le vittime sono state oltre 5.000 , mentre per la ricostruzione sono stati spesi circa 130 miliardi di euro: numeri insostenibili ai quali non si sarebbe mai arrivati con accurate politiche volte alla prevenzione.

La settimana si è conclusa con un Convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Rieti dove il tema della prevenzione è stato affrontato dal punto di vista della tutela del patrimonio culturale, vulnerabile, purtroppo, in un territorio altamente sismico.

“Il danneggiamento di un bene culturale – ha concluso Pelonara - rappresenta una ferita alla collettività. Nella fase di post ricostruzione, poi, tutti gli interventi devono avere al loro centro l'identità culturale, economica e sociale dei territori e delle comunità che le abitano.

La rigenerazione urbana fa pensare, per etimologia, alla città, ma in realtà anche i piccoli borghi, sono vitalmente collegati con il loro territorio”.

 

 

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