Ripartire dalla scuola ha un significato imprescindibile. Si tratta di riscrivere uno dei patti fondamentali che è alla base della nostra società; il patto che lega l’istruzione alla cittadinanza, all’equità e alla mobilità sociale. Ripartire dalla scuola significa occuparsi del futuro delle prossime generazioni; significa darsi un futuro come società tutta, avendo ben chiaro che, affinché il pensiero della scuola non sia finalizzato alla mera risposta all’emergenza, ma sia un vero progetto di futuro, serve l’architettura, perché solo attraverso l’architettura di qualità si risponde alle sfide del futuro prossimo e si migliora la qualità della vita dell’uomo. La scuola è un tema complesso e multidisciplinare; la ricerca educativa ha evidenziato la necessità di diversificare gli aspetti didattici per trasformare l’insegnamento da “passivo” in“attivo” in ambienti funzionali a tali obiettivi, ambienti flessibili e permeabili, progettati per l’apprendimento e la centralità dello studente. La scuola non è solo didattica, ma è anche parte integrante e sostanziale del proprio contesto urbano; conseguentemente non è pensabile affrontare il tema scuola senza occuparsi del progetto della mobilità, degli spazi pubblici del quartiere e comunque di tutti gli spazi connessi con la scuola.

Sono questi i principali obiettivi dei Premi dell'edizione 2020 “Architetto italiano”, “Giovane talento dell'architettura italiana” e del Premio Speciale “(Ri)progettare la scuola con le nuove generazioni post Covid-19”, che richiedono il ripensamento complessivo dell’architettura scolastica e degli arredi; una architettura che possa corrispondere agli obiettivi di una scuola aperta, coesa ed inclusiva, nonché alla influenza che le scelte architettoniche possono avere sulla didattica attiva, sul benessere, sulla socializzazione; una scuola in cui la proposta formativa possa realizzarsi in spazi di apprendimento adeguati ai suddetti obiettivi.

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