Roma, 5 febbraio 2022.

“La lotta alle frodi, in materia di cessione dei crediti per bonus edilizi, ha determinato un grave danno alle imprese ed ai professionisti. Abbiamo condiviso la sacrosanta necessità di porre un argine alle azioni fraudolente da parte di chiunque, tuttavia registriamo che le soluzioni adottate con il Decreto Sostegni ter avranno come immediato risultato quello di ritorcersi su chi ha operato nel rispetto delle norme ed in assoluta onestà. In buona sostanza curare la patologia con dosi da cavallo porta inevitabilmente a far morire il paziente. Controllare e colpire i disonesti si, ma sparare nel mucchio non è quello di cui abbiamo bisogno”.

Così Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Con il fatidico Decreto – continua - si è venuta a creare una situazione paradossale che mette a rischio il futuro di tanti tecnici liberi professionisti e ciò non è un bene anche per il sistema Paese. Abbiamo chiesto al Governo di fare un passo indietro e di riconsiderare i contenuti del Decreto, prospettando, come RPT, possibili soluzioni alternative per evitare proprio ciò che sta accadendo, ovvero il blocco delle attività in corso e la pesante ipoteca sul futuro professionale di un’ampia fetta di tecnici professionisti”.

“Guardare, quindi, al bene comune vuol dire anche – prosegue Miceli - non assumere decisioni draconiane che hanno pesanti e gravi ripercussioni sull’intera filiera del settore delle costruzioni con effetti imprevedibili che non ci possiamo assolutamente permettere. Bisogna, inoltre, porre fine alla irrazionale modalità di rendere impossibile una attività - come quella delle costruzioni - che si dice di volere sviluppare modificando periodicamente il quadro normativo di riferimento che regola i bonus edilizi. Cambiare le regole in gioco equivale a perseguire, coscientemente, l’obiettivo del disastro a tutti i costi”.

“Di questa modalità – conclude il Presidente Miceli - non vogliamo essere, in alcun modo, complici. Per evitare il peggio bisogna subito intervenire per modificare il decreto e ricondurlo entro il confine del buon senso. Per questo motivo sentiamo la grande responsabili di manifestare con fermezza l’urgente necessità che le proposte da noi formulate vengano assolutamente accolte”.

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